venerdì 8 febbraio 2013

www.micascemi.org

Ehi, tu!

Sì, proprio tu, lettore compulsivo di questo blog,

Noi abbiam finito il nostro anno di servizio civile, ma MiCa vogliamo abbandonarti.

Migriamo.

E insieme a 93 altri SCE ti raccontiamo quel che è stato dal 2003.

Nel2012lafinediunmondo non c'è stata e noi, insieme ad un amico armadillo, continueremo a postare le nostre storie qui.

Grazie!

 
 
 
   
Scheletri Nellarmadillo ti aspetta anche su FB

 

venerdì 1 febbraio 2013

La palabra más sencilla del mundo - Italiano y español


LA PAROLA PIU' SEMPLICE DEL MONDO -


A un anno esatto dall'inizio di questa avventura, proprio quando vorrei scrivere un ultimo pensiero intelligente, tutte le parole che potrei spendere battono in ritirata. Neanche le immagini, quelle migliaia di volti, situazioni, panorami collezionati in questo tempo, mi vengono in aiuto. Sembra tutto superfluo. Niente essenziale o così significativo.
E quindi, con una delle più semplici parole mai esistite mi esprimo e dico GRAZIE.



Ai miei responsabili-armadilli di Caritas Ambrosiana, per aver creduto in me, regalandomi questa opportunità.

Al personale, ai ragazzi e alle famiglie del Guis, che mi hanno accolto con un sorriso e dato libertà di sperimentare, proporre, sbagliare, imparare.

Alle compagne Nica-SCE, con le quali ho creato e vissuto la nostra piccola e loca comunità, per tutte le risa, i litigi e le esperienze che ci hanno fatto crescere insieme.

A tutti gli altri compagni di servizio sparsi in giro per il mondo, che hanno condiviso con me momenti importanti e racconti esotici dai quattro punti cardinali.

A tutti i volti incontrati in Nicaragua, le persone appena conosciute e quelle diventate amiche dell'anima, che per un momento o mille mi hanno tenuto compagnia riempiendomi i giorni e la valigia.

A chi, famiglia o amici, ha saputo starmi vicino, nonostante un oceano nel mezzo, per poi riaccogliermi e riscaldarmi in questo inverno italiano d.o.c.




E a tutte le persone a cui questo grazie è rivolto, mi sento di fare un augurio, uno tra i tanti che si potrebbero fare. Il mio oggi è questo:

Ti auguro tempo. Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno.Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa. Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri. Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre, ma tempo per essere contento. Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perchè te ne resti; tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull'orologio. Ti auguro tempo per toccare le stelle e tempo per crescere, per maturare. Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare. Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono. Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

Poesia indiana









LA PALABRA MÁS SENCILLA DEL MUNDO


Hace exactamente un año desde el comienzo de esta aventura, justo cuando quería escribir un último pensamiento inteligente, todas las palabras que yo pudiera utilizar se van. Ni las imagenes, los miles de rostros, situaciones, paisajes recogidos en este entonces, ven en mi ayuda. Todo parece superfluo. Nada esencial o tan significativo.
Entonces, con una de las palabras más sencilla jamas existida me expreso y digo GRACIAS.



A mis responsables de Caritas Ambrosiana, por creer en mi, dándome esta oportunidad.

Al personal, a los niños y a las familias del Guis, que me recibieron con una sonrisa y que me han dado libertad de experimentar, proponer, cometer errores y aprender.

A las compañeras Nica-SCE, con las que he creado y vivido nuestra pequeña y loca comunidad, para todas las risas, las peleas y las experencias que nos han hecho crecer juntas.

A todos los demás compañeros de servicio repartidos por todo el mundo, que compartiron conmigo momentos importantes y cuentos exoticos de los cuatro puntos cardinales.

A todos los rostros encontrados en Nicaragua, las personas que cruzaron mi camino por un ratito y las que se convirtieron en amigos de l'alma, que por un momento o mil me hicieron compañía llenando mis días y mi maleta.

A quien, familia o amigos, ha sido capaz de estar cerca de mi, a pesar de un océan en el medio, para luego re-acogerme y calientarme en este invierno italiano d.o.c.



Y a todas las personas a las que se dirige este agradecimeinto, quiero pedir un deseo, uno de los tantos que se podía pedir.

Te deseo tiempo. No te deseo un regalo cualquiera, te deseo aquello que la mayoría no tiene. Te deseo tiempo, para reír y divertirte, si lo usas adecuadamente podrás obtener de el lo que quieras. Te deseo tiempo para tu Hacer y tu Pensar, no sólo para ti mismo sino también para dedicárselo a los demás. Te deseo tiempo no para apurarte y andar con prisas sino para que siempre estés content@. Te deseo tiempo, no sólo para que transcurra, sino para que te quede: tiempo para asombrarte y tiempo para tener confianza y no sólo para que lo veas en el reloj. Te deseo tiempo para que toques las estrellas y tiempo para crecer, para madurar. Para ser tu. Te deseo tiempo, para tener esperanza otra vez y para amar, no tiene sentido añorar. Te deseo tiempo para que te encuentres contigo mism@, para vivir cada día, cada hora, cada minuto como un regalo. También te deseo tiempo para perdonar y aceptar. Te deseo de corazón que tengas tiempo, tiempo para la vida.

mercoledì 9 gennaio 2013

un anno in due valigie


Fatte le valigie per inviarle a Goma…sì una settimana prima della nostra effettiva partenza da Kindu, perché con l’aereo UN possiamo portare solo 15 kg…
Così proviamo ad infilare un anno in due valigie. 
Strano. 
Vorrei portarmi via tutto, ogni albero, ogni foglia, ogni seme e frutto. Ogni tonalità di verde di questa incredibile foresta.
Ogni sole rosso, al tramonto, ogni sfumatura su queste nuvole disegnate.
Ogni setaccio e ogni donna che setaccia il riso fuori dalla sua semplice e dignitosissima casa di fango. Ogni inconfondibile suono di riso setacciato.
Ma forse invece vorrei viaggiare leggera, serbando tutto solo negli occhi e nel cuore, sperando che i ricordi scorrano nel sangue ed escano quando li si richiama alla luce.
Le stelle stasera brillano così forte, che vorrei il mondo vicino, per sentire con me questo sentimento d’immenso, che si prova dopo un anno speciale.
Vicino, solo per ascoltare il silenzio e il ronzio dei pensieri, il volo dei sogni. Nessun racconto, nessun consiglio. Sentire la vita che pulsa, dal cielo alla terra, ed esserne grati.
Chiudo le valigie, così vuote, ma già così troppo piene.

martedì 8 gennaio 2013

Very Important SCE

Per completare la selezione di SCE che diventano famosi, ecco qui la mia ultima fatica in campo cinematografico.
Dopo un'ardua selezione sono stato scelto come il più "Italiano Vero" (mi hanno lasciato cantare) presente nel paese. Poi viste le mie passate esperienze in famosi videoclip quali "Un salto in Romania" o "Trei gusti is megl che one" o ancora la partecipazione nel documentario internazionale "Aproape de tine" il ruolo non poteva che essere mio.

Quindi eccomi qui, a fare l'italiano in viaggio per la Moldova, a cercare una nonnina che suona il tamburo, a vivere e vedere un po' tutto quel che di tipico c'è in questo paese. Senza scherzare, in 4 minuti si condensa molta di quella che è la Moldova e di quello che è viverla.

Loro poi sono gli Zdob si Zdub, un gruppo folk rock famosissimo qui in Moldova e in generale nell'Europa dell'Est.

Quindi vi invito a scoprire loro e un pezzettino di Moldova in viaggio con quel cane di attore che è Marco Polo. Buona visione!


lunedì 24 dicembre 2012

el cristo de palacaguina

Un classico della rivoluzione sandinista el cristo de palacaguina,
cantato da una delle più belle voci centroamericane da poco scomparsa: Chavela Vargas
 

Buon Natale!!!

......

En el Cerro de la Iguana Montana adentro de las segovias
se vio un resplandor extrano como una aurora de media
noche los maisales se prendieron, los quiebra platas se
estremecieron, llovio por Moyogalpa, por Telpaneca y
por Chichigalpa

CORO
Cristo ya nacio en Palacaguina de Chepe Pavon Pavon y
una tal Maria ella va a planchar muy humildemente la
ropa que goza la mujer hermosa del terrateniente.

Las gentes para mirarlo se rejuntaran en un molote, el
indio Joaquin le trajo quesillo en trenzas de Nagarote
en ves de oro, incienso y mirra le regalaron segun yo
supe cajetitas de Diriomo y hasta bunuelos de Guadalupe.

CORO
Cristo ya nacio en palacaguina de Chepe Pavon Pavon y
una tal Maria ella va a planchar muy humildemente la
ropa que goza la mujer hermosa del terrateniente. 


Jose el pobre jornalero se mecatella todito el dia, lo tiene
con reumatismo el tequio de la carpinteria, Maria suena
que el hijo igual que el tata sea carpintero pero el cipotillo
piensa manana quiero ser guerrillero.

CORO
Cristo ya nacio en Palacaguina de Chepe Pavon Pavon y
una tal Maria ella va a planchar muy humildemente la
ropa que goza la mujer hermosa del terrateniente,
Cristo ya nacio en Palacaguina de Chepe Pavon Pavon y
una tal Maria ella va a planchar muy humildemente la
ropa que goza la mujer hermosa del terrateniente, la
ropa que goza la mujer hermosa del terrateniente, del
terrateniente, del terrateniente.

martedì 18 dicembre 2012

Siamo tutti dei teleGeni



Vi chiederete come mai noi della Giordania snobbiamo un po' questo blog e non ci scriviamo spesso, ma questo video è la prova concreta di come la nostra agenda pulluli di appuntamenti con giornalisti vari. Insomma, siamo dei servizi civilisti impegnati e ricercati, ma nonostante tutto ci ricordiamo ancora di voi e vi postiamo la recente intervista fatta con TV2000.
Non preoccupatevi che presto torneremo in Italia e saremo disponibili a rilasciare interviste nonché autografi.
Aspettiamo di venire invasi da commenti entusiastici riguardanti la nostra bellezza telegenica e la nostra capacità dialettica  assolutamente fuori dal comune ( io sottoscritta parlo per ben 10 secondi, e Dario è in grado di esprimere complessità, dramma e pathos in soli 4 secondi). 
Se qualcuno di voi volesse contattarci per una eventuale intervista chiediamo gentilmente di prendere appuntamento con il nostro manager. 



lunedì 17 dicembre 2012

Una Striscia Rosso Sangue 2

Gaza la vendetta? No, la Tregua!

Premessa

Un Enigma… Forse una ricetta?
  • per fare una guerra ci vogliono almeno 2 nemici, fatto OK 
  • per fare una tregua ci vuole una guerra, fatto OK
  • per fare la pace ci vuole un vincitore che poi scriva la storia, la sua... NO, non ci siamo: i vincitori, stando alle cronache da Gaza e da Gerusalemme, sono due…!
Quindi, tranquilli, non c’è la pace: è una tregua con due vincitori.


Potremmo dire che è “solo tempo di silenzio armato”, ovvero quel periodo in cui due o più contendenti fanno tacere le armi ma non disarmano gli animi nè le (la) ragioni!
 
Meno male che qualcuno ha lanciato l’SOS con l’Alfabeto “Morsi” e dal Cairo ci si è mossi per la mediazione; missione compiuta, che tregua sia. Tutti pronti a congratularsi con ciascuno, anche tra quelli che non hanno fatto nulla e sono stati a guardare tristi, vicini col pensiero ma lontani per potersi mettere in mezzo oltre ai proclami di rito (leggi vari pezzi o brandelli della Comunità Internazionale…).

Evviva, è anche la vittoria del Presidente Obama che ha voluto fortemente Morsi d’Egitto come Mediatore… e la tregua sia voilà!

Peccato, che sfiga, shit… Per dirla tutta in gergo diplomatico… Adesso che abbiamo ritrovato un importante alleato, che si era perso nel deserto, parte un’altra volta l’SOS ma questa volta proprio a causa dell’Alfabeto “Morsi” che si prende un po’ di nuovi  poteri d’Egitto con un Decreto leggermente inappellabile (come tutto il resto).

L’opposizione ha capito e compreso e scende democraticamente in piazza Tahrir rimanendoci questa volta in modo inappellabile e permanente! Speriamo bene che “l’Alfabeto” si riprenda e senta il peso di questo SOS dalla piazza!

Scusate l’excursus ma era doveroso e referenziale verso zio Morsi, torniamo quindi alla tregua. E’ stata una bella festa al di qua e di là della prima linea! Ciascuno come sempre ha cantato vittoria, anche se è una tregua. Come se un Milan - Juventus in un'improponibile finale di Champions League finisca al 90° minuto e il direttore artistico mister Galliani (zio Fester) e il Sior Andrea Agnelli esultino entrambi gridando vittoria. Ma da regolamento UEFA non dovrebbero esserci i tempi supplementari?

OK torniamo al 90° a Gaza: Hamas sfoggia l’abito bello della festa e proclama una “giornata nazionale di Vittoria”: si spera di ottenere un allentamento significativo del blocco imposto nella Striscia di Gaza.

Nella notte migliaia di persone hanno festeggiato per le strade della città sparando in alto in segno di giubilo… Visto la mira non propriamente precisa dei combattenti di Hamas in Israele hanno fatto comunque risuonare le sirene d’allarme, non si sa mai.

Ora in altri giornali e TG si commenta che può ricominciare la normalità… Che vista da Gaza in particolare in certe piazze dove c’erano dei condomini si potrebbe dire che si ricomincia da meno 2, dal sotterraneo – 2, che prima non c’era ma, dopo l’impresa balistica dell’aviazione isreliana, ora è un lusso strutturale per molte case... Certo: mancano i piani 0, 1, 2, 3 e in alcuni casi anche il 4° però capite bene che avere, in centro a Gaza City, i box nel sotterraneo, senza pagare i costi degli scavi, è sicuramente una pacchia; che bello finalmente poter parcheggiarvi quello che resta della propria macchina centrata da un missile.

Penso invece in modo serio a tutte quelle povere vittime, nella maggior parte civili… E sarà dura ripartire per chi è sopravvissuto. Ripartire da cosa, con chi? Oltre a non esserci un risarcimento economico, non ci sarà neanche un “risarcimento morale”, un sentire comune della Comunità Internazionale perché ciò non capiti più.

Ma in Israele che si dice? Non si canta vittoria, ma in modo serio e professionale si convoca la solita pallosa conferenza stampa e si presentano uno in fila all’altro gli obiettivi raggiunti. Sembra un incontro per i venditori della rete commerciale delle aziende che a fine anno presenta con soddisfazione, all’assemblea degli azionisti, i grafici dei risultati ottenuti.

Abbiamo colpito questo, quello e quell’altro ancora. Siamo proprio bravi a centrare così tanti siti terroristici, con le nuove super bombe. "Bombardamenti precisi" ha dichiarato un generale, con la sicurezza di un cardiochirurgo appena uscito dalla sala operatoria dopo una complicata operazione a cuore aperto! Certo, restando in campo sanitario bisogna stare attenti a possibili effetti collaterali; in caso di sovradosaggio missilistico, si raccomanda di effettuare, in concomitanza con le misure abituali per l'eliminazione dei terroristi (lavande gastriche…) con normali sorvoli retrovirali di droni per una completa copertura da possibili prossime infezioni post operatorie! Le premiate ditte farmaceutiche: Tsahal e la Heyl Ha'Avir (in ebraico: חיל האוויר, spesso abbreviata in IAF da Israeli Air Force) ringraziano per l’attenzione!

A questo punto il sipario, come al solito, si è chiuso i vari e i pochi corrispondenti embedded si sono congratulati tra loro per la bella copertura mediatica e possono tornare a casa felici per le feste di Natale.

Ultima sottolineatura: in Siria, per chi si fosse distratto, continua l’escalation di morti, feriti, distruzioni sia all’interno del Paese che nei Paesi confinanti. Ma tutto sembra volutamente congelato. Certo, ogni tanto anche l’amministrazione americana si sveglia e dice: "Attenti alle armi chimiche!", gli inglesi fanno eco e russi e cinesi, ponendo il veto al Consiglio di sicurezza, rispondono in coro: "Armi chimiche cosa, dove, chi…?" In altre parole, ancora una volta la Comunità Internazionale non scenderà in campo.


Pare proprio invece che l’unico che abbia sempre una sfrenata voglia di scendere in campo sia sempre lui, SB, e purtroppo in questo caso non possiamo contare sul veto della Russia perché non funziona in Italia.

D’altronde a Mosca ci sono ben altri problemi, sono così presi da una situazione alienante: come ha detto di recente il premier russo Medvedev, dopo alcuni brindisi alla vodka: “Gli alieni sono tra noi”.


Prima di concludere vi avviso dei prossimi possibili post su:
  • F35 e portaerei fantasma
  • il riconoscimento della Palestina nel Palazzo di vetro

Si accettano suggerimenti!
 
Vi auguro un buon S. Natale con questi pensieri profondi di Bertolt:

Generale, il tuo carro armato

è una macchina potente

Spiana un bosco e sfracella cento uomini.

Ma ha un difetto:

ha bisogno di un carrista.
 
Generale, il tuo bombardiere è potente.
 
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

 
B. B.
 
Se t'interessa, qua trovi di manifestazioni israeliane di solidarietà per i palestinesi ("eppur si muove!")

Alberto

lunedì 10 dicembre 2012

C'era una volta...


C’era una volta una casetta chiamata “Centro Maternale In Braccio alla Mamma”. 


In questa casetta vivevano otto bambini con le loro mamme. Tutto il giorno si giocava, si mangiava qualcosa di gustoso, ci si visitava a vicenda, si condividevano i giocattoli, e tutti erano molto felici.
Ma un giorno qualcosa cambiò, tutto era diverso.
Alexandra e Anişoara chiamavano le loro mamme, ma queste non rispondevano. Damian e Anamaria volevano dare un bacio alle loro mamme, ma queste avevano un odore insolito. Vlada sorrideva, ma non si sa perché, la mamma era arrabbiata. Olguța aveva fame, ma la sua mamma si era dimenticata di darle da mangiare. Vladuța era abituata al canto della mamma, ma quel giorno non aveva ancora cantato. Jasmina era al suo primo giorno nella casetta e non poteva giocare con nessuno perchè non conosceva gli altri bambini.
Fuori c'era un gelo terribile, il paesaggio era completamente innevato, batteva il vento, e da lontano si sentiva l’ululato di un lupo. Questo, però, non era lupo normale, aveva la capacità di sentire da lontano che nella casetta stavano succedendo cose strane. Lui, infatti, aveva un udito molto fino e aveva sentito che al Centro Maternale i bambini piangevano e non si sentivano bene.


Si era avvicinato pian pianino alla finestra e aveva ascoltato tutto ciò che stava accadendo nella casetta. Vedendo questa ingiustizia, la rabbia dei bambini, il lupo si arrabbiò e decise di fare una magia che potesse essere da insegnamento alle mamme.

"Ti vedo, ti sento, il tuo pianto è un tormento. Chi ai bambini cura non sa dare, si trasformi in animale".

Fulminò e tuonò, e le mamme sparirono dal Centro Maternale. In quel momento nella casetta apparve una ragazza bella, tenera e attenta che si chiamava Alba-ca-Zapada. Siccome i bambini erano rimasti da soli senza le loro mamme, avevano deciso di costruire un loro mondo, dove erano protetti da Alba-ca-Zapada.  I bambini stavano bene, però sentivano la mancanza delle loro mamme.


Dopo la magia del lupo, improvvisamente, le mamme si ritrovarono in un luogo sconosciuto senza i loro bambini. Ma questo non era l'unico problema. Si guardarono l'un l'altra e, sorprese, scoprirono di non essere più persone umane. Si erano trasformate in animali: orso, tigre, coniglio, pinguino, canguro ed elefante.

Tutte si chiedevano: "Dove siamo finite? Dove sono i bambini? Perché siamo così?"
Ed ecco, passare da quelle parti una volpe che, con un sorriso malizioso, disse: "Oh, voi siete le mamme a cui il lupo ha fatto un incantesimo? Siete nel bosco, care mie, e se volete tornare dai vostri bambini, dovete per prima cosa trovare il lupo”.

Le mamme erano disperate perchè non sapevano cosa fare, dove trovare il lupo e come convincerlo a togliere la magia. Iniziarono così a litigare perché avevano idee diverse. Volevano trovare la strada di casa ognuna per conto proprio, ma poi capirono che solamente insieme avrebbero potuto trovare il lupo.
Fecero un piano e il giorno dopo si organizzarono di conseguenza.
In mezzo al bosco c’era una radura dove sorgeva una casa circondata da erbe medicinali. Dopo averla vista, il canguro si avvicinò, bussò alla porta e corse via velocemente. Il coniglio cercò di attirare il lupo con una carota, perché tutti erano a conoscenza del suo amore per le carote. Il lupo uscì e seguì inebriato l’odore della carota. L’elefante stava nascosto, ma appena sentì il rumore dei topolini, si spaventò e iniziò a correre. A causa del rumore dei passi e del panico generato dall’elefante, il lupo iniziò a correre senza rendersi conto che le mamme-animali avevano predisposto una trappola, che era stata preparata da tempo dall’orso. Egli, infatti, aveva fatto un buco e l’aveva ricoperto con dei rami. Quando il lupo cadde nella fossa, la tigre lo prese e il pinguino che era di ritorno dal fiume, lo legò con il filo da pesca. 

Gli si misero di fronte e gli chiesero: "Perché ci hai trasformato e dove i nostri figli? Ci mancano e siamo molto preoccupate per loro".
"Ero vicino al Centro Maternale e ho sentito che i bambini piangevano e voi non eravate vicino. Ho pensato che non volevate prendervi cura dei vostri bambini. Dove eravate?", disse il lupo.
"Ogni tanto abbiamo delle mancanze, perché a volte siamo stanche o non sappiamo come gestire alcune situazioni”, risposero le mamme.
"Lo so che non è facile essere una mamma. Ma voi potete, avete tutte le capacità, amate i vostri bambini e, qui, avete anche delle persone che vi possono aiutare e dalle quali potete imparare.
"E, quindi, adesso cosa possiamo fare?"
"Ho visto che vi potete organizzare, potete discutere, potete lottare per i vostri bambini e per il vostro benessere. Mi avete trovato: adesso vi mostrerò la strada per casa."
Tutti gli animali, compreso il lupo, si misero in cammino e ritornarono al Centro Maternale. 
Le mamme erano molto felici, ma non sapevano come avvicinarsi ai loro bambini, perché erano ancora animali. Allora il lupo disse: "Per togliere l’incantesimo, è necessario che vi stringiate in un abbraccio."
Gli animali fecero un cerchio, si abbracciarono ed improvvisamente tutto il  centro si illuminò, si sentì una dolce melodia  e tutti gli animali ritornarono ad essere umani.
Le mamme presero i loro bambini in braccio, li baciarono perché avevano sentito molto la loro mancanza. I bambini erano felici che le loro mamme erano ritornate alla casetta.
Ma il lupo era molto triste, non si sa perché. Alba-ca-Zapada rivelò a tutti che anche il lupo era stato stregato. E così decise di rompere l'incantesimo. Con un tocco di bacchetta magica, il lupo si trasformò in ..... 

….un uomo buono che si prende cura della salute dei bambini e delle madri al Centro Maternale.

Ora i bambini sono tra le braccia delle loro mamme e…. 
…vissero per sempre felici e contenti.
     

"Racconto invernale" ideato dalle mamme del Centro Maternale

giovedì 6 dicembre 2012

Shakireggiando: il video tanto atteso è arrivato!


Nataleee!!!!!


Anche qui la Navidad è il periodo più festeggiato e atteso dell'anno.
Già ad ottobre arrivano le prime insegne e i primi messaggi pubblicitari e dall'aula di Multi del Guis (la classe dei bimbi con disabilità fisica severa) rieccheggiano incessantemente musichette navideñe, che ritrovo con stupore la sera al supermercato, mentre tento di farmi strada tra panettoni, festoni natalizi e ceste regalo.


Col primo di novembre scattano i grandi preparativi.
Managua si trasforma in una specie di Las Vegas adornando strade e rotonde con luci di tutti i colori dell'arcobaleno e oltre - spero non vogliate l'albero di Natale, al massimo qui possiamo offrirvi qualche palma! - e al Guis è gara tra alunni e prof (soprattutto!) a chi addobba la classe in maniera più ricca e originale... la classifica ufficiale deve ancora uscire, ma io al primo posto metterei la decorazione del Salón de Apoyo Pedagogico: un gran ramo spoglio piantato in un vaso a mo' di albero, tutto ricoperto di candido cotone con tanto di palline rosse-oro... et voualà, anche noi abbiamo la neve!


La competizione però va ben oltre e riguarda questioni sostanziali: nientepopodimeno che...
la FIESTA DE FIN DE AÑO!
Eh sì, perchè il 23 novembre è l'ultimo giorno di scuola e tradizione vuole che si chiuda l'anno in bellezza con un appuntamento in maschera per alunni e genitori in cui salutarsi e scambiarsi gli auguri.

Così, i giorni precedenti al grande evento, ogni classe ha inventato  e messo a punto un numero da presentare il 23: chi i 3 cerditos (3 porcellini) navideños, chi la vecchia fattoria (ovviamente in spagnolo... la finca de tio Tobía!), poi balli, canti, chi più ne ha più ne metta... e noi volontarie italiane, senza arte nè parte, ci mettiamo un bel numero a sorpresa.


Certo, forse tutti si aspettavano un'atmosfera natalizia strappalacrime... e invece, Signori e Signore, ecco a voi: SHAKIRA(S)!!!!





Buone risate...




...e Feliz Navidad a tutti!


mercoledì 5 dicembre 2012

…Un Arcobaleno nel Fango…



Questa città è piena di spazzatura dappertutto: sui bordi delle strade, nel mare, nei fiumi…una spazzatura che si mischia e che prende tutta un solo colore: il grigio. La città ne è ricoperta e, di conseguenza, riflette il grigio che la riempie.

Questa città sfoggia anche un paesaggio meraviglioso: il mare davanti, le colline alle spalle e la Tortuga di fronte.

Questa città è tormentata da un vento fortissimo, che da sollievo nei momenti in cui il caldo fonderebbe qualsiasi cosa, ma che in alcuni periodi non cessa mai e crea enormi disagi.

Questa città, in alcuni periodi dell’anno, rimane bloccata dalle piogge. Arrivano 3 strade in città, ma in caso di pioggia due si trasformano in fango, e l’altra non è percorribile per via dei fiumi in piena da attraversare.

Questa città, in quei periodi dell’anno, viene sovrastata da stupendi arcobaleni.

Questa città ha tanti, troppi abitanti che vanno in giro e ti guardano con diffidenza, al punto da sembrare sempre arrabbiati, ma che ad un semplice “bonjour” sfoggiano dei sorrisi dolcissimi.

Gli abitanti di questa città, al primo sguardo, hanno tutti la stessa sfumatura di colore:

C’è la piccola A., che è in un ospedale da più di un anno e ne ha solo 3, e i suoi genitori non sono ancora mai venuti a trovarla…

C’è G., che ha un padre e una figlia disabili che non hanno nessun tipo di aiuto da parte di nessuno, men che meno dallo stato, e che lo obbligano a prendersi dei giorni dal lavoro per stargli dietro e curarli…

C’è S., che ha appena avuto una bambina, ma sua moglie non ha ricevuto le cure adeguate in ospedale e non è ancora riuscita a tornare al lavoro dopo un anno dalla sua nascita…

C’è s.J., che vive in un convento circondato da mura altissime contornate da filo spinato, si sente insicura ad uscire perché il contesto è pericoloso e non riesce ad essere accogliente quanto vorrebbe…

C’è P., che quest’anno non aveva abbastanza soldi per mandare i due figli a scuola, quindi ha mandato solo la più grande…

…certo… ma hanno anche meravigliose sfumature di profondi colori:

La piccola A. ride ogni volta che faccio rumori con la bocca sfiorandole la mano e protegge in tutto e per tutto il suo piccolo amico strabico…

G. ha un sacco di idee, pensa ai problemi del suo popolo e si impegna nel lavoro e nella vita a fare del suo meglio per contribuire alla crescita del paese e a migliorare la mentalità delle persone che ha attorno…

S. lavora sodo ed è sempre gentile e premuroso. Si impegna a risolvere i problemi di tutti ed è sempre disponibile. Si spende in tutto e per tutto nel desiderio di aiutare le comunità con cui lavora a crescere e a svilupparsi…

s.J. cerca comunque con la sua vocazione di dare un po’ di respiro e di accoglienza a chi ha bisogno di re-incontrare Cristo, offre momenti di preghiera e con la sua gioia riesce a far sentire tutti a casa…

P. ha deciso che il bene della sua parrocchia viene prima del suo, passa intere giornate a distribuire generi alimentari agli abitanti della sua zona, senza chiedere nulla per sé…

Certo…il grigio c’è…ovunque! Ma non c’è solo quello!

Il problema qua, e forse non solo qua, è che è più facile vedere il grigio che viene messo in mostra che i colori nascosti dell’arcobaleno, che si mostrano solo se alzi la testa e solo per pochi attimi …

Se continuiamo a guardare i nostri piedi e a pensare solo ai problemi che ci sono, non facciamo altro che diventare grigi a nostra volta; se invece alziamo lo sguardo e andiamo oltre al grigiume, riusciamo anche ad ammirare il valore incredibile delle persone che abbiamo davanti.

…perché è difficile amarli e farsi prossimi

quando non riusciamo a vederli come totalità, come persone,

se continuiamo a identificarli come “il loro problema” o “la loro qualità”…


… amando ognuno come persona, valorizziamo coloro che incontriamo …

E in questo modo riusciamo a colorare sempre più quel grigio da cui ormai ci si sente un po’ invischiati anche noi.