Elisa ha scritto un diario del suo cantiere libanese: un paragrafo al giorno. Lo postiamo con la stessa regolare "cadenza" con cui lei ha fermato le sue riflessioni. Un paragrafo al giorno per 16 giorni (alcune delle foto che accompagnano i post sono di Elisa Verrecchia, di Alberto Minoia, di Monica Ferrari e di Anna Martini).
(Libano, 1° giorno di
cantiere)
Un gruppo di intrepidi italiani sbarca in Libano, con valigie e zaini pieni, tanto entusiasmo e un po’ di sonno in arretrato a causa della partenza molto mattutina. Una volta sbarcati a Beirut, veniamo subito investiti da una serie di sensazioni molto concrete: il caldo afoso che fa appiccicare i vestiti addosso, il forte odore di smog, la visita di edifici fatiscenti, alcuni dei quali recano ancora i segni delle pallottole. Sul veicolo che ci porta al nostro campo-base siamo ammassati e contorti in posizioni tipo “Tetris” per riuscire a starci tutti, ma visto che alcuni di noi sono tascabili, la cosa non crea troppi problemi. Il primo giorno è più che altro di conoscenza, fra di noi, della nostra coordinatrice, della realtà libanese. La sera abbiamo la fantastica opportunità di girare per Beirut, che osserviamo in tutti i suoi contrasti (edifici semi-distrutti attaccati a palazzoni e hotel ultra-moderni) e poi ci ritroviamo attorno al tavolo di un ristorante a bombardare il nostro palato di cibi speziatissimi e sapori a cui non siamo abituati, ma soprattutto a chiacchierare con la nostra guida per un giorno, che soddisfa tutte le nostre curiosità e domande sul Libano. Mentre ci racconta della guerra, della complicata situazione politica del suo paese, del quadro attuale libanese in fatto di religione, libertà, democrazia, ruolo della donna, ecc., rimaniamo incantati ad ascoltarla, ora sorpresi, ora shokkati, ora ammirati. Saranno tre settimane ricche di scoperte, di cose nuove da imparare, di emozioni e sensazioni. Libano: arriviamo!!!
Elisa
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