Finita la formazione in Italia, le due viaggiatrici
ripartono alla volta del Congo.
Ancora prima di arrivare, l’influenza congolese si fa
sentire: scendete a Entebbe(Uganda), invece che a Kigali(Rwanda). Per fortuna
ve ne accorgete dopo pochi minuti e rimontate di corsa sull’aereo, con un po’
di strizza e, una volta sicure di ripartire, tante risate.
Enrico e Jules, a sorpresa, vi sono venuti a prendere e vi
portano fino a Goma. Per te la partenza è prevista per due giorni dopo, mentre
Chiara si ferma a Goma una decina di giorni per una formazione sul
microcredito. Ma chi ti deve prenotare l’aereo sbaglia e prenota un posto sul
volo Kindu-Goma, mentre tu dovresti fare il percorso inverso.
In una settimana di permanenza, Goma ti svela la coesistenza
di realtà supervariegate, dai numerosissimi bambini di strada a
ristoranti/hotel da sogno, con praticello perfettamente curato, tavolini in
riva al lago e sculture con vecchi pezzi di auto; dai trasportatori di verdure
e legname su CHUGUDU (enormi bici di legno a spinta, senza pedali) a campi
sportivi per giovani, fatti a regola d’arte.
Questi 4 volontari, tutti italiani, lavorano nel centro Don
Bosco Ngangi, dove, oltre a bambini orfani e malnutriti, sono ospitati i
ragazzi evacuati dal CTT(Centro di Trattamento del Trauma) di Rutshuru, dove
sei stata in aprile. Scopri che molti di quelli che conosci sono stati
riunificati alle famiglie, ma chi è rimasto ti saluta ancora con entusiasmo.
Il mal di pancia non ti da’ tregua: all’ospedale scopri che
hai l’ameba, un brutto mostro che ti si piazza nell’intestino e causa crampi
forti e prolungati.
Arriva il giorno del ritorno a Kindu: ritardo di 3 ore per
il maltempo, scalo a Punia, bellissimo villaggio sperduto nella foresta; le
capanne, i cani e i bambini distano massimo 15 metri da dove l’aereo
scarica chi resta e carica chi deve ripartire.
A Kindu, la tua casina è abitata ora da ragni e polvere,
dopo un mese di abbandono. L’équipe ti viene a salutare, ti aggiorna sul
programma e via! L’indomani cominciano les
colonies coi ragazzi, primo sito è Tchombi, riva destra del fiume, a 16 km, nelle scuole
elementari. Due giornate piene, che ti sfiniscono per il caldo e i giochi
scatenati. Ti stupisce ancora la forza inesauribile dei bambini. Al ritorno, la
pioggia coglie tutti i membri dell’équipe in moto, cadete nel fango e aspettate
che spiova in una capanna dove un papà cucina e racconta della moglie malata.
Il 30 è festa nazionale, l’indipendenza del paese…ma nessuno
festeggia, perché l’est del paese è in guerra. A demotivare anche a una
semplice uscita è una pioggia fitta, che dura fino a sera, nonostante dovrebbe
essere cominciata la stagione secca.
A un pranzo coi colleghi ti ricordi di come hai ritrovato
una famiglia, di come ogni tua gioia sia anche loro e di come sia bello trovare
riunite nella stessa persona tanta purezza e gratitudine.
Al mercato la donna che vi vende i “petit pois” decide che
chiamerà “Magda” la bambina che le nascerà fra pochi mesi.
L’autista di Chiara, Bandal, ti viene a trovare e ti chiede
se sei sola, “seule comme une sorcière!”
Una chiacchierata con un beninois
ti fa scoprire come si possa rimanere affascinati dal Congo, che “è una nazione
ma vario come un continente”, e come possa essere più strano e insolito avere un
fratello e una sorella di 7 e 8 anni più grandi, rispetto ad avere 22 fratelli,
nati dallo stesso padre ma da 5 mamme diverse.
Scopri che Chiara, fidata compagna di servizio civile,
viaggio e avventure, invece che arrivare l’indomani, per problemi all’aereo,
partirà da Goma al più presto fra altri 6 giorni.
…Kindu riserva così tante sorprese, che vorresti avere più
occhi mani orecchie per poter meglio narrare le immagini gli incontri le
storie.
Cara Magda,
RispondiEliminaleggerti e assaporare tra le righe il tuo entusiasmo e amore per la vita, il servizio, le persone che incontri è davvero commovente!
Penso che il trucco sia non smettere mai di lasciarsi sorprendere! Un abbraccio :-)