Ormai sono trascorse più di due settimane dal nostro arrivo in
Giordania...
... "mmm.. ma dove sono?" la camera bianca, un po'
ospedaliera, è la prima cosa che riporta alla realtà: "buongiorno, sei
ad Amman, te lo ricordi?" odiata sveglia che suona sempre puntuale alle 7
di mattina... è vero... siamo proprio ad Amman…
Due settimane sono giusto il tempo necessario
per capire che si sta vivendo una nuova realtà.
Ma gli stereotipi di un paese immaginato a lungo sono già crollati
tutti, o quasi.
Primo: la Giordania è un paese arabo e nei paesi arabi guidano come pazzi. Rischieremo
la vita ogni volta che prenderemo un taxi.
Non è così. Incredibilmente in Giordania gli stop,i sensi unici, i
semafori vengono rispettati, la velocità, seppur non proprio moderata, non è da
primato di formula uno e per ora non abbiamo neanche visto nessuno di quei
fantastici taxi in cui si deve per forza salire in 7, autista compreso, e si
finisce inevitabilmente spiaccicati contro il finestrino. L'attraversamento della
strada è comunque uno sport ancora un po' rischioso, da praticare quando si
sono sviluppate buone doti di agilità e velocità.
Secondo: La Giordania è un paese arabo e tutti cercheranno di attaccare bottone
una volta capito che hanno di fronte degli stranieri.
Niente di più sbagliato. Qui a nessuno frega nulla che tu sia italiano,
iracheno, cinese o della Groenlandia, a prescindere dalla tua nazionalità tutti
si fanno i cavoli loro.
Terzo: La Giordania è il paese della Regina Rania, che è una banalità ma quando abbiamo comunicato a parenti e amici che saremmo partiti per un anno per il servizio civile all'estero nel suddetto stato la maggior parte delle persone ci rispondeva: " oh che bello! Il paese della principessa!". Eh chi non la conosce d'altronde? E' bella, socialmente impegnata, emancipata, occidentalizzata... E forse è proprio quest'ultima caratteristica a causarle il maggior numero di problemi; Rania si veste all'occidentale, è vero, e questo a molti non sta molto bene, ma, nonostante ciò, molti giordani non hanno nulla da ridire sulla sua mise così poco tradizionale contestandole bensì il ruolo troppo influente che esercita a corte. Rania è una regina politicamente impegnata, la sua opinione è ascoltata ed influisce in modo decisivo sulle decisioni politiche del re e questo, ovviamente, piace poco a chi ha ancora una visione molto tradizionalista della donna. Quindi avrete già ben capito che nella sua terra non è così amata.
Se poi ai motivi sopra elencati aggiungiamo che è di origine palestinese, la nazionalità dei numerosissimi rifugiati che si stono stabiliti in Giordania, indebolendone, secondo il parere di molti, la già fragile economia, che recentemente la sua famiglia è stata al centro di una serie di scandali riguardanti la corruzione e che lei stessa mostra vere e proprie tendenze allo sperpero degne della celebre Maria Antonietta organizzando per i suoi 40 anni sontuose feste nel deserto del Wadi Rum, possiamo capire quanto la sua popolarità sia limitata in patria.
Quarto: La Giordania è un paese arabo e quindi le città saranno molto caotiche,
perennemente rumorose, il nostro viaggio sarà ovunque accompagnato da un
vociare concitato, verremo bombardati da una cozzaglia di suoni, rumori e voci.
E invece indovina un po'? Silenzio... solo il rumore di un traffico
ordinato ma comunque un po' congestionato. Ogni tanto passa il tamarro di turno
con la nuova hit di ‘discotruzzeriaaraba’ a palla, ma è l'eccezione e non la
regola. Il tono di voce che usano per strada è molto più sommesso del nostro siccome noi, come ogni italiano che si rispetti, ce ne andiamo in giro a parlare e a ridere ad alta voce
sovrastando la quieta Giordana che più di paese arabo sa di nord europa.
Quinto: la Giordania è un paese arabo e quindi è un
paese di emigrazione.
Mai idea fu più sbagliata.
La Giordania è il paese che ha ospitato il
maggior numero di Palestinesi, 1.700.000 dal 1948. Più recentemente ha ospitato
molti iracheni un fuga dal conflitto del 2003 e proprio ora si sta attrezzando
alla frontiera nord per ospitare i profughi siriani che già hanno cominciato ad
abbandonare il loro paese.
Inoltre molte famiglie più o meno benestanti della
capitale si avvalgono dell’aiuto di domestici stranieri, provenienti
soprattutto da Filippine, Sri Lanka e Indonesia. In tutto i collaboratori
domestici sono circa 70.000,
non pochi se rapportati alla popolazione Giordana
che raggiunge appena i 6 milioni di individui.
Sesto: La Giordania è un paese caldo.
Che in linea di massima è vero… però a volte in inverno nevica anche ad
Amman, la temperatura scende sotto lo zero e fa freddo, molto freddo. La maggior
parte delle case sono costruite per rimanere fresche durante l’estate e quindi con
la pioggia e la neve diventano umide e gelide e questo l’abbiamo proprio
sperimentato sulla nostra pelle trascorrendo 4 giorni sepolti sotto le coperte abbracciati a delle
bottiglie piene di acqua quasi bollente nel tentativo, abbastanza vano, di
scaldarci un po’.
Ma ora è tornato il sole e la primavera fa sbocciare i ciliegi per le
strade di Amman, illuminando i mille volti di questa Giordania ancora tutta da scoprire e che non smette
mai di sorprenderci.