Secondo la mia lonely planet 'nulla riesce a catturare lo spirito, la creatività e la passione politica dei nicaraguensi quanto il loro amore per i murales'.
In effetti, è impossibile non imbattersi continuamente in muri dai colori accesi, scritti e disegnati con cura e talento. Toglietevi dalla testa graffiti e writers. Nati come strumento di diffusione del messaggio rivoluzionario sandinista ad una popolazione in gran parte analfabeta, i murales nica sono rimasti a celebrare i giorni della rivoluzione, gli eventi importanti, la turbolenta storia di questo piccolo Paese.
Il centro della città di Léon ne è uno dei maggiori esempi; tra gli altri, il murales che racconta tutta la storia del Nicaragua (rigorosamente da farsi spiegare da un nica...).
I murales del Nicaragua sono una parte importante della sua storia e della sua cultura, tanto che negli ultimi anni e da molte parti ci si mobilita perché questa testimonianza non vada persa. Oggi la tradizione continua, si continuano a riempire i muri di disegni e scritte colorate, con i quali trasmettere messaggi sociali o ambientali.
Questo post potrebbe finire qui e aver raccontato un pezzetto della cultura nica, quel tocco di colore che accompagna sempre il nostro immaginario del Centroamerica.
Però.
Se diciamo che sono un elemento della cultura, lo sono anche in altri suoi aspetti, meno alti e romantici.
E quindi… Via! CocaCola, Parmalat, latte in polvere Nestlé, Caffè Presto (sempre Nestlé), preparati Maggi (idem), etc.
La globalizzazione (leggi imperialismo economico?) si manifesta anche qui, anche così. Le tante 'pulperie', negozietti ricavati da una stanza della casa che dà direttamente sulla strada, sempre con grata d'ordinanza, sfoggiano le marche più note con relative pubblicità direttamente pitturate sui muri e ogni parete verticale è buona per diventare uno spazio pubblicitario, risparmiando anche sul cartellone.
A testimonianza per gli anni a venire di uno degli aspetti del Nicaragua di oggi: l'inseguimento di un pessimo modello di consumo, il nostro, del consumismo sfrenato appiattito sulle grosse multinazionali, insostenibile per il secondo Paese più povero dell'America Latina.
Possiamo tralasciare la propaganda politica...? certo che no.
È proprio il caso di dire che qui i muri possono parlare.
"questa città mi sembra bellissima"
RispondiEliminaspettacolo che la passione nica x i murales sia tanto accentuata da travalicare perfino l'impaginazione di blogger, diventando colorato sfondo della spalla dx..
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