(Libano, 13° giorno
di cantiere)
Parete dello shelter |
È tempo di partire: passiamo la
prima parte della mattinata a salutare una per una le ragazze del Centro.
L’emozione è tanta, è difficile dire “Arrivederci” e alcune si commuovono. Tutte
hanno delle parole gentili per noi, facciamo foto, ci promettiamo di tenerci in
contatto, ci abbracciamo forte forte e noi volontari sappiamo che non le
scorderemo, perché abbiamo condiviso qualcosa di veramente speciale. Alla fine
dobbiamo attraversare il cancello e prendere il pullman che ci porterà verso la
nostra nuova destinazione: il campo di rifugiati vicino a Beirut dove
presteremo servizio la prossima settimana. Il campo di rifugiati è una sorta di
piccolo villaggio, distribuito su un territorio in salita. Ci sono quattro vie
principali, collegate fra loro da scalette che passano fra le case. Per le
strade si vedono ovunque reticoli di fili per l’energia elettrica, le case sono
piccole e semplici, quasi anguste. Gli
abitanti del campo che incrociamo durante il nostro “tour” sono incuriositi e
sorpresi dalla nostra presenza lì, però tutti ci salutano, ci sorridono e ci
rivolgono frasi di benvenuto. Al Centro per Anziani della Caritas, con il
quale collaboreremo per le nostre attività di volontariato, incontriamo M., la
responsabile, con cui pianifichiamo subito quello che faremo la prossima
settimana. È l’inizio di un’avventura nell’avventura e siamo tutti carichi per
renderla unica e indimenticabile!
Esterno |
Elisa
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