10 marzo 2012.
Oceano Pacifico.
Orario indefinito in una
meravigliosa notte di luna piena e stelle.
Me ne sto qui
accoccolata su una seggiola di bambù a pochi metri dalla spiaggia
ascoltando il vento, le cicale e il latrare dei cani in lontananza.
Finalmente un momento per
me, per ascoltare ed ascoltarmi. Nonostante la stanchezza, l'ho
cercato perchè ne ho bisogno.
Così mi chiedo: io come
sto?
L'ho notato già da
alcuni giorni e ne sono quasi stupita... io mi sento proprio serena,
e questo è un gran buon segno! Poi faccio un tentativo di
riflessione più approfondita riguardo a queste due prime settimane
di servizio ma mi accorgo che non ci riesco, che, in generale, è
come se mi stesse sfuggendo qualcosa: il senso di questa esperienza,
il tempo, la profondità... forse le cose che vivo, i posti
bellissimi e bruttissimi che vedo, le persone che incontro, devono
ancora tutte acquistare spessore, tridimensionalità.
Due settimane in fondo
potrebbe essere la durata di una vacanza, e in una vacanza spesso non
riesci a far tue tutte le cose, ma semplicemente passi e vai. Io
invece resterò. E spero che in questo restare andrà a prendere
forma e spessore ai miei occhi quest'esperienza che è già realtà e
che ha solo bisogno di essere vissuta, fatta entrare, riconosciuta,
integrata.
Ci penso un
po' su e mi ricordo di un antico detto di qualche saggio popolo
indigeno, secondo cui quando viaggiamo la nostra anima viaggia con
noi ma, a differenza del corpo che, una volta salito su un aereo può
trasferirsi da una parte all'altra in meno di 24 ore, lei è più
tradizionalista e, ovunque siamo diretti, arriva camminando.
Mi piace
pensare che questa sensazione di irrealtà e inafferrabilità che
vivo sia spiegabile così, col fatto che forse sto ancora aspettando
di arrivare davvero.
P.S: quando
arriverò vi farò un fischio, mi guarderò ben bene intorno e magari
potrò raccontarvi qualcosa di più concreto!
grazie Cri per questi pensieri! anch'io ieri sera ho visto il cielo stellato (impossibile a Milano) e ho avuto pensieri simili. un caloroso abbraccio moldavo ;)
RispondiElimina... l'anima arriva camminando... bellissimo! aspetto altre massime di saggezza indigena. Un abbraccio
RispondiEliminaQuale canto s'è levato stanotte
RispondiEliminache intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle
Ungaretti
come sei poetica! :D
Elimina.. mi piace questo tuo "diario di viaggio".. sono contenta di sapere che sei serena, che puoi godere di paesaggi in riva al mare e di cieli stellati.. e allora lascia pure che la tua anima cammini al suo ritmo.. del resto, sempre x citare un qualche detto di qualcuno, "non importa quanto vai piano,l'importante è non fermarsi mai".
RispondiEliminaBuon proseguimento Cri !!!!!
Hai ragione, anch'io l'ho sempre pensato. Talvolta usiamo gli aerei x andare, ma questo spostamento è più simile ad un teletrasporto che ad un movimento umano: quando cammini guadagni la meta, percorri la variazione di paesaggio, odi l’accento nella parlata degli spettatori che muta. Viaggiando in aereoplano saluti tua sorella, ti abbiocchii, scendi una scaletta e sono tutti neri, parlano un’altra lingua e ti ritrovi in Burundi. Il tuo corpo si ritrova in Burundi.
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