Fango...
fango
che ricopre le strade...fango che inonda le case...
fango
che corre giù dalle colline.
Qualche
ora di pioggia e il fango ha iniziato a scorrere e a coprire tutto quanto.
Questa città, questo paese, è in continua emergenza. Ci si sveglia una mattina
e un muro è crollato perché la collina ha rigurgitato troppo fango. Ci si
sveglia una mattina e non puoi più uscire con la macchina perché un fiume ha
deciso di deviare il suo corso e ha buttato giù il ponticello di fronte a casa lasciando
sui lati un cumulo di spazzatura a farti da barricata.
Spazzatura … la città ne è piena.
Straborda
dai fiumi quando piove, riempie i fiumi quando c’è siccità. Si accumula ai
bordi delle strade e si mischia al fango. Una signora mette a posto le
mercanzie della sua bancarella, disimballa delle confezioni e ne butta la
plastica per terra. Una ragazzina sta mangiando delle patatine, le finisce e
butta il pacchetto per terra. Un bimbo divora il suo mango e sputa buccia e
nocciolo per terra. Per terra … dove se no?
Fango...
fango... fango dappertutto.
Ma
tu non lo sai che questo è dovuto al carbone con cui cucini e alla spazzatura
che riempie i fiumi... no, non lo sai.
Senza
alberi la terra non tiene e la tua casa si riempie di fango, ma tu come puoi
saperlo? E’ più grande di te, è tutto più grande di te. E allora ci si adatta,
e si reagisce man mano che le cose succedono: vivi alla giornata, non dice forse così anche il Vangelo? E quindi
se il fango arriva e riempie tutto, pian piano lo toglieremo. E se butta giù un
muro, un ponte, una casa...pian piano ricostruiremo.
Conchiglie...
montagne
di conchiglie...grandi e piccole, in riva al mare gettate così.
Passiamo
e da lontano sembrano montagne di sassi, curioso, ma nulla di che. Guardiamo
meglio: conchiglie! Ci fermiamo e ci avviciniamo. Conchiglie enormi e stupende,
rosa e bianche, vuote e sporche. Pian piano ci circondano un po’ di bambini e
di adulti incuriositi, “Dei bianchi? Da queste parti? Cosa vorranno mai?”. Il
villaggetto di pescatori è in subbuglio, dalle case ci osservano tutti. Loro
mangiano l’interno della conchiglia, e della conchiglia non sanno che farsene.
Decidiamo di raccoglierne un po’ per fare dei regali, abbiamo dei sacchetti e
le mettiamo lì. Pian piano un bimbo segue il nostro esempio e ci mostra
conchiglie ancora più belle che non avevamo notato sotto le altre, gli porgiamo
il sacchetto e ce le infila dentro. Allora tutti gli altri bimbi si mettono a
raccogliere e alla fine ci ritroviamo con un sacco di sacchetti pieni. Contenti
del nostro bottino decidiamo di andarcene. I bimbi ci salutano senza chiederci
niente, contenti di averci aiutato. Perfino la gente dalle case ci saluta senza
chiedere niente. Per loro è un giorno diverso dal solito, sono già contenti di
questo. Non hanno acqua, non hanno soldi, mangiano solo pesce e molluschi tutti
i giorni. Ma non chiedono nulla. Sono abituati così. E quando si è abituati, ci
si adatta, e si reagisce man mano che le cose succedono: vivi alla giornata,
non dice forse così anche il Vangelo? Il mare porterà il tuo cibo, e se piove
l’acqua arriverà...e se non piove si aspetterà.
Vivi alla giornata...certo, la Provvidenza esiste e ne
sono certa. Vivere alla giornata aiuta in molte situazioni, aiuta a superare
molti momenti difficili, aiuta a non preoccuparsi troppo del futuro. Aiuta a
non disperarsi delle proprie condizioni, aiuta a sperare nella pioggia e ad
accontentarsi del mollusco che si mangia per cena. Il Padre nostro che è nei
cieli si prenderà cura di noi, valiamo certamente più di un passero o di un
giglio nei campi. Ma non può fare tutto solo Lui, ci ha creati apposta. Noi
siamo qua, e in qualche modo qualcosa facciamo. Bruciamo gli alberi e ci si
riempiono di fango le case, buttiamo tutto per terra e i fiumi
strabordano...bisogna guardare anche al domani. Bisogna preoccuparsi anche del
domani. Lui c’è, e ci aiuta in modi per noi inaspettati. Questo è vero, ma noi
dobbiamo muoverci verso di Lui. Questa gente non sa che può fare qualcosa per
il proprio paese, non sa che basterebbe non buttare la cartaccia per
migliorare, non sa che basterebbe organizzarsi per risolvere qualcosa. Questa è
la difficilissima sfida che viviamo noi ogni giorno, cercare di ragionare con
loro su come si può “fare qualcosa”. E non è facile perché qua vince il “vivi
alla giornata” e il “tanto arriverà il bianco a mettere a posto questo paese”,
e fargli capire che si possono prendere in mano le cose, partendo anche dal
piccolo, è un compito arduo...se non quasi impossibile. Eppure qualche
spiraglio si vede, qualche haitiano con una minima coscienza civica che vuole
aiutarci a convincere gli altri, qualche mamma che insegna al proprio figlio a
non buttare le carte per terra, qualcuno che decide di darsi da fare per
cambiare la mentalità di questo paese... e su questi vogliamo puntare, su
questi vogliamo scommettere.
E andiamo avanti, così … aspettando che arrivi il
momento giusto in cui il “vivi alla giornata” viene rimpiazzato dal
“progettiamo il nostro sviluppo”, e in quei momenti riusciamo a vedere un
futuro per questo paese.