martedì 31 gennaio 2012

digital divide



Che poi tornato a casa mi sono detto per l'ennesima volta: tutto il mondo è paese.
Mentre sei dall'altro capo del mondo scopri che a Milano la scadenza per iscrivere i bambini alle elementari è mobile. Anzi no, è fissa. Anzi no, dipende dall'istituto. O forse dal capo dell'istituto (preside? dirigente scolastico?..vabbè, il capo).
Ma non tutti hanno la fortuna di trovare il burocrate che rispetta la legge.
E così penso che tutto sommato se Pippo, figlio di immigrati, non ha diritto ad avere il modulo di iscrizione per tentare di essere estratto (anche in Italia i giochi a premi piacciono assai) per entrare come studente fuori bacino, in una scuola che non è fatta solo di immigrati, alla fine funziona come in Thailandia.
Dove i figli dei birmani (gli immigrati per i Thai) devono vincere la lotteria promossa dal capo più umano.

E' come nei film di Villaggio: solo che se il capo è una belva, allora in Thailandia a scuola non ci vai. Se sei fortunato trovi un Learning Center.



Ma se ci arrivi a 12 anni, ti alfabetizzano e superi gli esami, allora, forse, puoi entrare in una scuola pubblica in 1a elementare.
Ma questo accade al 4% dei bambini.
Gli altri possono continuare a cantare simpatiche canzoncine e a imparare a far di conto che così, quando al pomeriggio tornano a casa nello slum, riescono a mettere su un bel mercatino senza timore di perderci un baht.

sabato 28 gennaio 2012

I Morgan, alias gli zingari del mare

Le vicende dei Morgan son difficili da scrivere. Devi pesare parole quali “semplici”, “sviluppati”, “modernità”, “primitivi”. Forse un antropologo, non un antropaologo. Ci provo, come già spezzatamente accadde in 1: ONE*.

Nel mezzo del cammino, come nel mezzo di trasporto, esiste un elemento, un aspetto transitorio, il transito di terra, la pausa materiale, nel mezzo c'e' anche il dubbio di come diventare”, cantava Marco Castoldi nel 1997, quando non cercava le x. È splendida presunzione credere di avere conosciuto i Morgan. E presuntuoso non voglio apparire (neanche essere, ma questa è un’altra storia). Il nucleo sta nel mezzo, e noi nel mezzo non ci arriviamo. Arriviamo appena alla superficie: è un pomeriggio sereno, quello in cui stiamo in una barca, ingannando il tempo dell'attesa scattando foto.


I Morgan, o Moken. Un gruppo etnico di 2000, 3000 persone che vivono in comunità sparse per il Golfo delle Andamane, tra la Thailandia e il Myanmar. Si dice che siano nomadi, ma quelli con cui abbiam parlato noi non lo sono.

Di mestiere le donne raccolgono le conchiglie. E poi fanno figli. Da quando la natura gli concede di averne, che loro siano 11enni o 13enni. Quando chiediamo ai Morgan quante mogli abbia ognuno di loro, la domanda gli viene tradotta dall’inglese al thai, dal thai al loro dialetto ed iniziano a rispondere e a ridere e a replicare e i traduttori partecipano al gioco incalzandoli e scoppiano nuovamente a ridere tutti. Tranne noi. Dopo un minuto di questa scena, la persona che ci sta facendo da mediatore si gira verso di noi e, impassibile, risponde lapidario. “Una”. Mi sento in un fumetto di Guy Delisle**.

Di mestiere gli uomini pescano con le bombe. Ma, a differenza di Super Dynamyte Fishing***, ogni tanto qualcosa va storto; quelli con cui abbiamo parlato noi parevano i pirati del Mar dei Sargassi****, uno con l’occhio di vetro, uno senza un labbro, uno senza una mano e il quarto con una scritta thai (o birmana?) tatuata da capezzolo a capezzolo. Saltano su una barca come quella qua sotto e vi trascorrono una decina di giorni al largo. Per guadagnare la bellezza di 40€ a testa, con cui comprano da mangiare. E da bere. Il progetto promosso dalla Caritas locale li vorrebbe affiancare nel crescere l’abitudine al risparmio, ma il percorso è agli inizi e le loro smarrite reazioni quando gli chiediamo cosa ne pensano sono più efficaci di molti report.


Ho letto di un esperimento che confronta 2 scenari: nel 1° possiamo scegliere di avere 100 $ oggi o 110 domani; la > parte delle persone sceglie i 100 $ oggi. Nell'altro possiamo avere 100 $ tra un mese o 110 $ tra un mese e un giorno; la maggioranza sceglie di aspettare un giorno in + e avere 110 $ tra un mese e un giorno. Ecco, senza troppa cognizione di causa, mi son fatto l’idea che i Morgan non comprenderebbero il dilemma*****.

Mentre camminiamo tra le palafitte immerse nell’immondizia, da cui bimbetti nascosti ci sbirciano attenti, Father Suwat ci mostra una radura tra gli alberi: “Quello è il loro cimitero: appoggiano su quel terreno i corpi dei loro defunti”. Un gruppo di cani ci segue e il Padre parla un po’ a me e un po’ a se stesso quando conforta decenni di cooperazione allo sviluppo: “Perché la questione non è che loro sono poveri. La questione è che loro dipendono da famiglie thai che ne sfruttano il lavoro e l’ingenuità. Nessun Thai oggi vuole pescare con gli esplosivi, ed oltre a procurargli un molo e delle trappole per pesci, è nostra volontà renderli autonomi, commercialmente e non”.


I Morgan, ricitando il loro omonimo, erano fuori dal tempo, ed ora vi stanno entrando. Un ingresso del genere raramente riesce ad essere indolore, penso, mentre la suddetta barca ci riconsegna alla costa di Ranong.

* Odio riscrivere le stesse cose, un po’ di più di quanto odio autolinkarmi

** Guy Delisle, fumettista canadese, al seguito della moglie medico senza frontiere, ha vissuto in improbabili Paesi asiatici quali il Myanmar, la Corea e la Cina meridionale, raccontandomeli in pregiatissimi graphic novel

*** App ludica di Android da cui alcuni cervelli in fuga non son più tornati

**** 4 pirati sul Mar dei Sargassi, sopra una zattera fatta di assi, stanno remando, dicono loro, alla ricerca di un grande tesoro. Però uno è alto, uno è basso e uno è zoppo, e il quarto ha una benda sull’occhio. Zac

***** E, aggiungo, alcune riflessioni che mi trovo a fare sul denaro mi ricordano passaggi del manoscritti economico-filosofici di Marx&Engels del 1844, come quelli riportati inizialmente qua

mercoledì 18 gennaio 2012

lunedì 16 gennaio 2012

Per quelli che ascepettano il 2555 (e per Mauro) (non Repetto)

Da piccolo mamma tivù insegna che per andare nel futuro ti serve del plutonio ed un amico che passa del tempo in bagno. Poi in ti trovi in Thailandia, a Ranong, ed è il 2555. Senza aver mai posseduto del plutonio.

Ho pensato di scrivervi 10 cose che accadono nel 2555 così vi preparate che, non ci si crede, ma il tempo vola. Sembra ieri che attendevo trepidante il derby ed oggi non ricordo neanche più chi lo giocava.

1. Nel 2555 i titoli dei blog sono tutti esauriti (anche le sigle + improbabili, che so… sce2012 potrebbe essere per esempio “Senior Capstone Experience - 2012” o_O) e tu devi incollarne alcuni insieme se vuoi aprirne uno

2. Nel 2555 Ranong è abitata per metà da immigrati birmani, un po’ legalizzati un po’ no, e la metà della metà è abitata da thailandesi di origini cinesi. Che sarebbe come dire (per numeri) che Buccinasco è abitata per metà da svizzeri e la metà dell’altra metà son cinesi

3. Nel 2555 si vive al caldo e ci si veste leggeri e si disserta su come si faccia ad abitare in Paesi con meno di 20°, per poi entrare in macchine ed in abitazioni con l’aria condizionata che congela ogni (mio) processo digestivo in atto

4. Nel 2555 le barriere coralline saranno artificiali e fatte di plastica… no, saranno seminate nel mare… no, aspetta, saranno di cemento ed immerse a largo della costa se il governo dà l’autorizzazione. Ma tanto non lo fa, però nel 2555 sarà molto importante intendersi con l’inglese


5. Nel 2555 si diventerà spettatori professionisti: son stato davanti ad una zuppa e l’ho fotografata ma non l’ho bevuta, siamo stati in un casinò ed abbiamo osservato ma non abbiamo giocato, siamo stati in un karaoke ma ci siamo guardati intorno e non abbiamo suonato la chitarra

6. Nel 2555 non si trovano più gli oggetti che ci appartengono. Eppure erano qua

7. Nel 2555 ci si trova dei quadri viventi davanti. Oggi, in uno slum abitato da birmani, abbiamo visto una Madonna con bambino. Venerdì, nei pressi di Takuapa, ho visto “L’impero delle luci” di Magritte dall’auto. Non lo ritenevo possibile


8. Nel 2555 se farai troppe domande sulla giustizia, prima o poi qualcuno ti dirà: “Please, don’ ask me anymore <<Legal or illegal?>>”

9. Nel 2555 le zanzare dai denti a sciabola torneranno sulla Terra. E gli uomini rimpiangeranno i tirannosauri

10. Il 10° punto l'avevo scritto sul foglietto che era qua. Sergio, ce l'hai tu?

domenica 15 gennaio 2012

Thailandia, Asia, I atto

Ranong è una piccola città "border line".
E la ritengo il mio primo incontro con la Thailandia.

L'appuntamento è fissato alle 8.30, dopo la colazione Thai. Ma il nostro ospite, che ci accompagnerà in barca a visitare il progetto che finanziamo a favore della comunità Morgan, non è ancora arrivato.



E' in ritardo (e non sarà un caso isolato...).
Inganniamo il tempo sbirciando il mercato del pesce. L'odore è intenso: sarà che sono abituato alle fredde temperature est europee. Mi rimane attaccato addosso per un po'. Gli scambi commerciali che ogni giorno animano i dintorni del piccolo porto mi sembrano apparentemente ordinati.
Il miei occhi fuggono, curiosi, e si fermano ad osservare granchi, abilmente impacchettati con gli elastici, tante specie di pesci, a me poco noti e, con mia sorpresa, un piccolo squalo.





I sidecar sono pronti ad accogliere il pesce appena acquistato e si affollano senza alcun timore di scontrarsi con chi gli è vicino. I venditori di pesce (o pollo) grigliato rifocillano i passanti.
Forse è meglio i dire "i transitanti". Numerosi sono i Thai che sono in attesa di imbarcarsi per il Myanmar.

Mi affaccio sulla via principale: oggi è la giornata dello studente. In modo composto, squadre di bambini si avvicinano al piazzale dove la festa ha inizio.
Chiedo a father Suwat (consapevole che la risposta non chiarirà i mie dubbi) che tipo di frutto sia quello che a miei occhi appare come una specie di tralcio d'uva fuori misura.



Mi chiede se desidero assaggiarlo e subito acquista un grappolo: è dolce, il sapore è noto, ma l'involucro no. Il Natale è appena passato, il ricordo è vicino, ma la buccia non c'entra proprio niente con i lycees.
E così dimentico in fretta la colazione locale, consumata insieme ad altri Thai, ok provare ad integrarsi, ma...



Ecco! E' arrivato. Ora ci possiamo imbarcare: Morgan, arriviamo!

Kalaoke

lavoro in equipe
Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza vigila...
Chi mi conosce stenterà a crederci...ma mi sto idratando correttamente
Kalaoke

venerdì 13 gennaio 2012

mari e Monti

E fu mattina e fu mattina. Primo giorno. Che qualcuno (va bene anche Monti, che è un tecnico) crei la notte così possiamo dormire invece di volare ed ingerire cibo che neanche al ristorante di Maurizio.



E fu Abu Dhabi e fu Bangkok. Prima missione. Che quando l’amico edicolante mi chiede dove vado e io gli rispondo Thailandia, lui cambia discorso imbarazzato. D'altronde non sa che lavoro faccio, ma non gliene posso fare una colpa: non lo sa quasi nessuno, neanche... Ah, no, balzo, non posso proseguire. Che morte i blog censurati... Gli basti sapere che non mi occupo di Grandi Eventi, altrimenti capisce subito perchè la Thailandia. E vabbeh.

E fu il 2011 e fu il 2012. L’anno del gallo, decreto, senza volerne all’ala di 208cm di Denver. Parto chiedendomi se mai amerò Ibra e temo di non trovare Pato ad aspettarmi al ritorno.

Che se ci avesse visto insieme al Sergio, entrambi dentro un K-way verde, rimarrebbe a Milano solo per la possibilità di rivederci vestiti così al ritorno. E gli potrei spiegare che il bello della missione non sono io, non è Sergio, ma è il cacciarsi in qualcosa di complicato, e il restarci dentro al complicato. Che però non diventa complesso perchè si rimane concentrati su una roba sola. Un lusso, oggi, fare soltanto una cosa. Nel lavoro, nella vita. È un po' come quando si è piccoli e si fa un gioco, che ne so, i soldatini: poi le regole le complichi quanto vuoi, ma tu, quel pomeriggio, hai solo da giocare ai soldatini. Non hai da telefonare all'amico, e farti la merenda, e guardare il cartone mentre leggi Topolino. Solo un livello: complicato, non complesso.



Ma Pato non ci vedrà e non saprà mai che sono qua in Thailandia a portare a spasso un puntino nero sul dito medio. Non so cosa sia sto puntino e lui non sa chi sono io. Sa però che oggi cercavamo il mare ed abbiamo trovato un incendio; e tutto perchè non abbiamo seguito il cane. Ed abbiamo trovato, tra cinghiali e mucche, un gallo. Quindi siamo tornati indietro.

Ok, qsto è il solito post da barriera all'ingresso, in cui entro, mi tolgo il cappello e mi guardo in giro per capire dove potrei andare. Di solito a questo punto la gente esce. Senza salutare. E non è salutare, fa male.

Ma chissene. Oh, benvenuti in Thailandia.

Gli occhi mi chiudono.

Qualcuno spegne la luce?

Mario?