sabato 28 gennaio 2012

I Morgan, alias gli zingari del mare

Le vicende dei Morgan son difficili da scrivere. Devi pesare parole quali “semplici”, “sviluppati”, “modernità”, “primitivi”. Forse un antropologo, non un antropaologo. Ci provo, come già spezzatamente accadde in 1: ONE*.

Nel mezzo del cammino, come nel mezzo di trasporto, esiste un elemento, un aspetto transitorio, il transito di terra, la pausa materiale, nel mezzo c'e' anche il dubbio di come diventare”, cantava Marco Castoldi nel 1997, quando non cercava le x. È splendida presunzione credere di avere conosciuto i Morgan. E presuntuoso non voglio apparire (neanche essere, ma questa è un’altra storia). Il nucleo sta nel mezzo, e noi nel mezzo non ci arriviamo. Arriviamo appena alla superficie: è un pomeriggio sereno, quello in cui stiamo in una barca, ingannando il tempo dell'attesa scattando foto.


I Morgan, o Moken. Un gruppo etnico di 2000, 3000 persone che vivono in comunità sparse per il Golfo delle Andamane, tra la Thailandia e il Myanmar. Si dice che siano nomadi, ma quelli con cui abbiam parlato noi non lo sono.

Di mestiere le donne raccolgono le conchiglie. E poi fanno figli. Da quando la natura gli concede di averne, che loro siano 11enni o 13enni. Quando chiediamo ai Morgan quante mogli abbia ognuno di loro, la domanda gli viene tradotta dall’inglese al thai, dal thai al loro dialetto ed iniziano a rispondere e a ridere e a replicare e i traduttori partecipano al gioco incalzandoli e scoppiano nuovamente a ridere tutti. Tranne noi. Dopo un minuto di questa scena, la persona che ci sta facendo da mediatore si gira verso di noi e, impassibile, risponde lapidario. “Una”. Mi sento in un fumetto di Guy Delisle**.

Di mestiere gli uomini pescano con le bombe. Ma, a differenza di Super Dynamyte Fishing***, ogni tanto qualcosa va storto; quelli con cui abbiamo parlato noi parevano i pirati del Mar dei Sargassi****, uno con l’occhio di vetro, uno senza un labbro, uno senza una mano e il quarto con una scritta thai (o birmana?) tatuata da capezzolo a capezzolo. Saltano su una barca come quella qua sotto e vi trascorrono una decina di giorni al largo. Per guadagnare la bellezza di 40€ a testa, con cui comprano da mangiare. E da bere. Il progetto promosso dalla Caritas locale li vorrebbe affiancare nel crescere l’abitudine al risparmio, ma il percorso è agli inizi e le loro smarrite reazioni quando gli chiediamo cosa ne pensano sono più efficaci di molti report.


Ho letto di un esperimento che confronta 2 scenari: nel 1° possiamo scegliere di avere 100 $ oggi o 110 domani; la > parte delle persone sceglie i 100 $ oggi. Nell'altro possiamo avere 100 $ tra un mese o 110 $ tra un mese e un giorno; la maggioranza sceglie di aspettare un giorno in + e avere 110 $ tra un mese e un giorno. Ecco, senza troppa cognizione di causa, mi son fatto l’idea che i Morgan non comprenderebbero il dilemma*****.

Mentre camminiamo tra le palafitte immerse nell’immondizia, da cui bimbetti nascosti ci sbirciano attenti, Father Suwat ci mostra una radura tra gli alberi: “Quello è il loro cimitero: appoggiano su quel terreno i corpi dei loro defunti”. Un gruppo di cani ci segue e il Padre parla un po’ a me e un po’ a se stesso quando conforta decenni di cooperazione allo sviluppo: “Perché la questione non è che loro sono poveri. La questione è che loro dipendono da famiglie thai che ne sfruttano il lavoro e l’ingenuità. Nessun Thai oggi vuole pescare con gli esplosivi, ed oltre a procurargli un molo e delle trappole per pesci, è nostra volontà renderli autonomi, commercialmente e non”.


I Morgan, ricitando il loro omonimo, erano fuori dal tempo, ed ora vi stanno entrando. Un ingresso del genere raramente riesce ad essere indolore, penso, mentre la suddetta barca ci riconsegna alla costa di Ranong.

* Odio riscrivere le stesse cose, un po’ di più di quanto odio autolinkarmi

** Guy Delisle, fumettista canadese, al seguito della moglie medico senza frontiere, ha vissuto in improbabili Paesi asiatici quali il Myanmar, la Corea e la Cina meridionale, raccontandomeli in pregiatissimi graphic novel

*** App ludica di Android da cui alcuni cervelli in fuga non son più tornati

**** 4 pirati sul Mar dei Sargassi, sopra una zattera fatta di assi, stanno remando, dicono loro, alla ricerca di un grande tesoro. Però uno è alto, uno è basso e uno è zoppo, e il quarto ha una benda sull’occhio. Zac

***** E, aggiungo, alcune riflessioni che mi trovo a fare sul denaro mi ricordano passaggi del manoscritti economico-filosofici di Marx&Engels del 1844, come quelli riportati inizialmente qua

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