mercoledì 18 luglio 2012

Mare nostrum e degli altri

Libia, libiae, libiae, libiarum…
Quante declinazioni… Forse tante quante le etnie, tribù, clan libici: da sempre la Libia occorre declinarla in modo ampio!

I risultati definitivi delle prime libere elezioni post Gheddafi arrivano prima dell'inizio del Ramadan e sono molto chiari. Già si sapeva che l’Alleanza delle forze nazionali dell'ex premier del Cnt, Mahmud Jibril, è il primo partito in due importanti circoscrizioni dell'ovest. Jibril a Janzour, nella periferia di Tripoli, ha incassato 26.798 preferenze contro le 2.423 del Partito Giustizia e Costruzione (Pgc), braccio politico dei Fratelli Musulmani. Risultati senza appello anche a Zlitan, vicino a Misurata: con 19.273 voti l'Alleanza sfonda, mentre i Fratelli Musulmani si fermano a poco più di 5.626 preferenze. Stamattina è stata proclamata la vittoria con largo margine sulla compagine “islamista”, anche se poi il governo per dare stabilità alla “governance” del Paese non potrà fare a meno del supporto dei Fratelli Musulmani.

L’esultanza generalizzata al di qua della sponda del Mediterraneo per il successo in Libia dei “liberali”, fa capire di che sponda siamo fatti… Siamo quella buona e democratica! Di seguito il mantra comunicativo sul voto degli esperti valutatori europei che hanno seguito lo svolgimento delle elezioni in Libia dichiara:

"Le elezioni in Libia sono state pluraliste, gestite in maniera efficiente e nel complesso pacifiche", ed hanno gettato “le fondamenta per lo sviluppo democratico futuro".

I media nostrum e quelli europei son tutti d’accordo: ha vinto il popolo, la democrazia...! Pace se c’è stato qualche incidente, qualche tentativo di boicottare le urne, come dire… i soliti “teppistelli cirenaici”. Certo un 36% degli aventi diritto non ha votato, ma in fondo da noi va peggio!

Possiamo forse dormir sonni tranquilli; i contratti petroliferi sono al sicuro, ma di questo non avevamo dubbi. In fondo se, come disse Enrico IV verso la fine del ‘500, “Parigi val bene una Messa”, figuriamoci: il petrolio libico val bene tante “com- messe”…

Speriamo che la cosiddetta Comunità Internazionale sappia favorire la svolta democratica e liberale nel Paese… Non tanto per questioni energetiche, quanto per la libertà e la difesa dei diritti di tutti. Sarà interessante anche capire in che direzione si muoverà il futuro esecutivo libico, nei confronti delle diverse esigenze regionali e come affronterà a livello interno ed internazionale la questione migratoria, visto che finora la gestione era sicuramente “criminale”.


Fratelli d’Egitto
Continuando a Est in Egitto dopo alcuni giorni di polemiche, scontri e accuse reciproche, finalmente sono arrivati i dati ufficiali del secondo e definitivo turno delle elezioni presidenziali: Mohammed Morsi dei Fratelli Musulmani è il nuovo presidente. Ha ottenuto il 51.7% dei voti contro il 48.3% dell’avversario Ahmed Shafik (ultimo premier del regime di Mubarak).

Certo, un po’ di preoccupazione c’è: appena dopo l’elezione del Presidente, la Corte Suprema dà ragione allo SCAF (Supreme Council of the Armed Forces), dichiarando un terzo del parlamento incostituzionale e decretando quindi il suo scioglimento. Allora il Presidente non curante, convoca il Parlamento martedì 10 luglio annullando con un decreto lo scioglimento e ricorrendo in appello… Chi ha torto, chi ha ragione, ma soprattutto chi comanda e chi deve ubbidire?

Per concludere aspettiamo con trepidazione la “faraonica” Corte di Cassazione che dovrà sbrogliare la complicata matassa dei molteplici ricorsi che riguardano: lo scioglimento dell'Assemblea del popolo, quelli contro il decreto presidenziale e da ultimo quello riguardante lo scioglimento dell'assemblea Costituente.

Come si dice in gergo giuridico: "Un gioco da ragazzi cara la mia cassazione d’Egitto".

Nel frattempo per mantenere la calma i Fratelli Musulmani chiamano un milione di “parenti” in piazza Tahrir. Per contro sembra che i militari abbiano dichiarato, facendo il verso ad una vecchia canzone di Jannacci*: “(...) per vedere di nascosto l’effetto che fa! Vengo anch’io…” a Tahrir. Siamo certi che la piazza in modo responsabile e pragmatico risponderà per le rime: “No tu no!”. In fondo anche loro, i Fratelli, conoscono il nostro Enzo!


Siria Bocca di Rosa e l’antico lavoro
Proprio così: il Poeta ci ricorda che, con passione e amore, Bocca di Rosa viveva in quel Paese e la sua storia passata e recente ha riguardato diversi “clienti generosi” che l’hanno amata; alcuni ancora oggi flirtano con Lei, mentre altri, beccati in flagrante, hanno mollato sconsolati… “Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie”; ahimè per Bocca di Rosa, le mogli cornute non son poche e si sa che la gente anche a livello mondiale dà buoni consigli se non può più dare cattivi esempi. La Vecchia Comunità Internazionale sembra non essere mai stata moglie, non ha più entusiasmo e sembra voler prendersi la briga e forse anche il gusto di dare a tutti i Paesi clienti il consiglio giusto.

Garantendo così alle “cornute” che il furto d’amore sarà punito. Siamo a questo punto, che alcuni sono andati dal commissario dicendo in modo poco fine che quella “schifosa” ha già troppi clienti, più di un consorzio alimentare.

Ora nell’ironia consapevole forse dovremo aspettarci 4 o 5 gendarmi con pennacchi blu o di altro colore e con le armi che accompagnino Bocca di Rosa alla sua ultima stazione, e siamo sicuri che alla stazione ci saremo tutti per vederla partire.

E forse solo allora comparirà un cartello giallo con una scritta nera che ci ricorderà: “Addio Bocca di Rosa con te se ne parte la primavera”. Araba.



Alberto

* Foto tratta da http://tornoaivinili.blogspot.it/2010/11/luomo-meta.html#!/2010/11/luomo-meta.html

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