Di solito si dice "vedi Napoli e poi muori", io direi "mangia l'anguria in salamoia e poi muori", e non solo per il gusto ma perché dopo questa davvero non so cos'altro potrebbe stupirmi.
In realtà qui di cose di cui stupirmi ce ne sono tantissime e questi nostri primi giorni sono stati pieni di scoperte più o meno grandi. Vivere sulla propria pelle il fatto che molte persone moldave che vivono nella capitale non parlano la lingua ufficiale del paese, scoprire che il principale mezzo di trasporto sono dei furgoncini (dove io praticamente non riesco a stare in piedi) dove per pagare il biglietto i soldi e il resto passano di mano in mano per tutto il microbus, imparare a non giudicare le case dall'apparenza esterna, conoscere la bellissima ospitalità moldava a base di vino e [inserire il nome di un piatto] alla verza, etc.
Insomma, visto che uno dei miei desideri per quest'anno era conoscere conoscere cose nuove so che non rimarrò deluso. Il servizio civile è iniziato alla grande come sensazioni, qui per noi le possibilità si sprecano, adesso non ci resta che buttarci anima e corpo in quest'esperienza e vedere cosa possiamo trarne.
Fatemi un in bocca al lupo e vi prometto altri racconti (magari più dettagliati) dalla stupenda Moldova!
P.S. Alla facciazza di voi altri SCE che siete andati al caldo noi inizieremo la primavera il 1° Marzo, come da tradizione Moldava.
mercoledì 29 febbraio 2012
Il paese dell'anguria in salamoia!
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Chişinău, Moldova
Da Haiti, tutto da rifare o quasi...
25/02/2012
Tutto da rifare: dopo cinque mesi per insediare il governo, Haiti si trova ancora una volta senza guida. E’ notizia che ieri (venerdì 24 febbraio) Garry Conille primo ministro eletto non con poche difficoltà ha rassegnato le sue dimissioni. Questo significa che a solo quattro mesi dall’insediamento, il governo che dovrebbe guidare la ricostruzione si trova nell’impossibilità di agire. Alla base delle dimissioni ci sarebbero incomprensioni con il presidente Michel Martelly, proprio su come impiegare i fondi della comunità internazionale per ridare slancio al paese. Non di meno le minacce che le numerose inchieste sulla doppia nazionalità del presidente e di altri non ben chiari ministri del suo esecutivo stiano arrivando a conclusioni non felici per l’esecutivo hanno inciso sulla decisione del ormai ex primo ministro. Secondo le leggi haitiane non è possibile ricoprire cariche presidenziali e governative se non si è esclusivamente cittadini haitiani. Il tema della doppia nazionalità del presidente è un cappio che è stato messo attorno al collo dell’esecutivo pochi giorni dopo il suo insediamento: gli accusatori dichiarano che il presidente ha un improbabile passaporto italiano e altri un plausibile passaporto statunitense. In molti vedono dietro questi giochi di palazzo la lunga mano dell’ex dittatore Aristide, tornato in patria proprio nei giorni della proclamazione del presidente Martelly e che da quel momento sta cercando di destabilizzare l’assetto politico e ricreare consenso attorno alla sua figura. Il presidente è debole e non particolarmente esperto di giochi di potere, sulle sue reali capacità ci sono parecchi dubbi, ma in questo momento non ci vuole un'altra crisi. Di fronte alla tragedia che ancora oggi Haiti rappresenta non si può ascoltare solo la propria pancia e voler portare a casa ed a tutti i costi il proprio torna conto, la succosa torta degli aiuti fa gola a tante, troppe persone, destabilizzare un paese che da due anni aspetta risposte e che ha ricevuto una grande occasione dalla generosità internazionale significa condannare il paese intero a perdere anche quel minimo di speranza che si è riaccesa dopo il terremoto e che si è conservata fino ad oggi, significa ignorare la sofferenza di milioni di persone, significa infiggere altra sofferenza alla collettività per un relativo guadagno personale. Spiace dirlo: ma da un altro punto di vista significa semplicemente, fare i conti con la mentalità più diffusa ad Haiti.
Tutto da rifare: dopo cinque mesi per insediare il governo, Haiti si trova ancora una volta senza guida. E’ notizia che ieri (venerdì 24 febbraio) Garry Conille primo ministro eletto non con poche difficoltà ha rassegnato le sue dimissioni. Questo significa che a solo quattro mesi dall’insediamento, il governo che dovrebbe guidare la ricostruzione si trova nell’impossibilità di agire. Alla base delle dimissioni ci sarebbero incomprensioni con il presidente Michel Martelly, proprio su come impiegare i fondi della comunità internazionale per ridare slancio al paese. Non di meno le minacce che le numerose inchieste sulla doppia nazionalità del presidente e di altri non ben chiari ministri del suo esecutivo stiano arrivando a conclusioni non felici per l’esecutivo hanno inciso sulla decisione del ormai ex primo ministro. Secondo le leggi haitiane non è possibile ricoprire cariche presidenziali e governative se non si è esclusivamente cittadini haitiani. Il tema della doppia nazionalità del presidente è un cappio che è stato messo attorno al collo dell’esecutivo pochi giorni dopo il suo insediamento: gli accusatori dichiarano che il presidente ha un improbabile passaporto italiano e altri un plausibile passaporto statunitense. In molti vedono dietro questi giochi di palazzo la lunga mano dell’ex dittatore Aristide, tornato in patria proprio nei giorni della proclamazione del presidente Martelly e che da quel momento sta cercando di destabilizzare l’assetto politico e ricreare consenso attorno alla sua figura. Il presidente è debole e non particolarmente esperto di giochi di potere, sulle sue reali capacità ci sono parecchi dubbi, ma in questo momento non ci vuole un'altra crisi. Di fronte alla tragedia che ancora oggi Haiti rappresenta non si può ascoltare solo la propria pancia e voler portare a casa ed a tutti i costi il proprio torna conto, la succosa torta degli aiuti fa gola a tante, troppe persone, destabilizzare un paese che da due anni aspetta risposte e che ha ricevuto una grande occasione dalla generosità internazionale significa condannare il paese intero a perdere anche quel minimo di speranza che si è riaccesa dopo il terremoto e che si è conservata fino ad oggi, significa ignorare la sofferenza di milioni di persone, significa infiggere altra sofferenza alla collettività per un relativo guadagno personale. Spiace dirlo: ma da un altro punto di vista significa semplicemente, fare i conti con la mentalità più diffusa ad Haiti.
lunedì 20 febbraio 2012
Villapizzone è...
Siamo sul pezzo
Gabriel Garcia Marquez
Gas Gas
Salamella
Oooonda su oooonda
Mani abrasate
Tanti tanti tanti tanti cartelloni
Derdiani e ingegneri (grrrrrrrrr)
Il camino!
Twist & Shout (ovvero John&Paul al lavaggio piatti)
Il porco e il trattore
Il volume della sveglia e la legge antiterrorismo
Greco-Pirelli
Esselunga
Shrek/Rex = Shrex
Domenico e le cartoline del compleanno
Tante tante tante tante seghe mentali
Parlare usando solo le vocali
Mesciot!
Ma soprattutto...
e il Servizio Civile invece sarà...tutto da scoprire in questo blog!
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venerdì 10 febbraio 2012
In partenza
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
Konstantinos Kavafis
“Itaca”, una poesia che è metafora del viaggio, una poesia che incarna il mio sentirmi curioso e alla scoperta, all'inizio di questa esperienza di servizio in Giordania.
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Prepartenza
Nessuno , nessuno sa
Quando ho fame quando parto
Quando cammino e quando mi perdo,
nessuno sa che per me andare è ritornare, e ritornare è indietreggiare
che la mia debolezza è una maschera e la mia forza è una maschera
e quel che seguirà è una tempesta.
Joumana Haddad
E ora dove andiamo? Beirut, ovviamente.
In attesa di tornare alla non-città, cerco di immaginarne i nuovi tratti. Sicura di sbagliarmi.
Impaziente di incontrare - e magari narrare - qualche frammento di spiazzante umanità.
Nadia.. a breve ancora ism 3arabi.
In attesa di tornare alla non-città, cerco di immaginarne i nuovi tratti. Sicura di sbagliarmi.
Impaziente di incontrare - e magari narrare - qualche frammento di spiazzante umanità.
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Un post dove andare
Desiderio di conoscere, di sbirciare al di là del mio piccolo orto, voglia di mettersi in gioco, di incontrare, di sperimentarsi, bisogno di trovare un senso, di condividere, di crescere ancora...
Ho iniziato il mio Servizio Civile da 10 giorni, conosco – almeno un po'! - le motivazioni che mi hanno portato qui ora, sò che queste motivazioni mi porteranno a Manuagua, in Nicaragua... ma in realtà non sò davvero dove mi porteranno!
E' curioso osservare le reazioni delle persone quando racconto di questa scelta e ancor più curioso osservare me stessa, nel raccontarmi ogni volta con sfumature diverse, con motivazioni nuove... ieri, finita la giornata di formazione, sono tornata a casa con questo pensiero: chissà come si potranno coniugare tutti questi bei discorsi sulla cooperazione internazionale, sull'educazione alla mondialità con la mia formazione? ...Una psicologia della mondialità? Una cooperazione olistica??
Non lo sò... intanto vado, ho un posto dove andare, ho persone da incontrare, avrò crisi da affrontare (come ci dicono qua!), avrò un mondo da scoprire, fuori e dentro me! Intanto vado per riscattare e alimentare quella consapevolezza di cittadina del mondo che non ho mai tanto coltivato, vado perchè fino ad ora almeno una cosa l'ho compresa: che siamo interconnessi, che tutti, in fondo, siamo uno, che non posso vivere tutta la vita rinchiusa nel mio bozzolo felice perchè così davvero felice non lo sarò mai! Vado perchè, come dicono certi movimenti alternativi/"fricchettoni" che ultimamente mi stanno simpatici, l'umanità è una e uno sarà il cammino da fare tutti insieme per uscire da questa crisi (parola chiave degli ultimi anni!) economica, ecologica, umana, mondiale!
Bene, con questo "velo" di utopia e pronta a scontrarmi con la realtà tra una quindicina di giorni prenderò un aereo... vi racconterò e forse là troverò anche il motivo che mi ci ha portato!
Lo scopriremo solo vivendo!
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Il mio viaggio inizia qui
Anche io posso....
Posso partecipare al bando per il sevizio civile internazionale anche io...anche se ho 28 anni compiuti....credevo di no...
Cammino devo andare a fare i tre giorni di selezione...
Come al solito non trovo la via...tipo pesciolino rosso che gira in tondo...emi....dai che ce la puoi fare....
Cammino guardando i miei piedi...tutto intorno a me sembra procedere come al solito...le persone camminano spedite senza accennare sorrisi...ma ti sembra il caso di pensare a ciò che fanno gli altri proprio ora che ti sei persa??...emi cerca la via...non arrivare in ritardo...ti giocheresti questa occasione...
...a volte mi capita di perdermi nei pensieri osservando gli altri...lo faccio sempre...soprattutto sul treno...guardo la persona, i suoi gesti...
EMILIA....puntino verde...
....Cerchio
Mi siedo...sono già sudata...non voglio pensare in che condizioni sarò a fine giornata...ma meglio non pensarci...
Dove sono rimasta? A si...Mi siedo...alla mia destra una ragazza siciliana, Chiara...il suo nome...in realtà è più scura che chiara...colori del sud, occhi grandi, bella...sorriso stampato... sul suo volto...messaggio chiaro...sono qui perché ci credo...voglio andare in Congo...
...e anche io ci credo...
Di fronte a me, dall'altra parte della sala una ragazza mi guarda...mi sorride...buffa smorfia...espressione di chi si aspetta qualcosa...forse un sorriso? eccomi pronta a rispondere sconosciuta...si sconosciuta... ma già mi piaci...
Ragazzi balliamo, sgranchiamoci le gambe...parliamoci...a me piace leggere fumetti o storie animate prima di andare a letto...parte un pezzo dei Doors...adoro questo pezzo...la giornata non poteva cominciare in miglior modo...
Ogni tanto incontro lo sguardo di Davide il responsabile dell'America latina...mi interrogo su ciò che sta pensando...cosa cerca in noi...ma poi mi perdo nelle danze...
Cerchio...Bolivia e Nicaragua...
Di fronte a me la sconosciuta...piacere Bea...Nicaragua....lo sapevo....coincidenze che poi coincidenze non sono....anche io voglio andare in Nicaragua...
Cristina si sta presentando...sta mangiando un mandarino...le tremano le mani...mi porge uno spicchio...io lo prendo...
il mio viaggio inizia qui |
Pronto?
Si sono Sergio....
Sergio chi?
Sergio della Caritas....
A!Carissimo....devo sedermi?
Si forse é meglio....
dimmi...
...mi raccomando sotto con lo spagnolo....parti in Nicaragua.......
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Le radici ci aprono al mondo
“Nell’animo umano si sono sempre scontrate due tendenze. Una che ci spinge a cambiare, a esplorare, a vivere solo il presente. L’altra che ci porta a radicarci in un posto a costruire una famiglia, una casa, un’istituzione. Nel corso della storia queste due tendenze si sono alternate o si sono combinate in modo diverso. Nei periodi di grande espansione della civiltà gli uomini hanno cambiato, viaggiato, esplorato ma sempre conservando il rapporto con nucleo stabile. Ulisse aveva costruito la sua casa attorno al letto nuziale scavato in un ulivo centenario, radicato nella terra. Era il centro incrollabile, il punto di riferimento assoluto a cui penserà nelle sue peregrinazioni. Se lo avesse perso non avrebbe solo perso la strada, avrebbe smarrito la sua anima, non avrebbe più saputo cosa volesse, nemmeno chi fosse. Il navigante greco poteva viaggiare in contrade misteriose, restare lontano per anni perché aveva nella sua città il riferimento sacro e sicuro. Poteva partire perchè sapeva dove tornare.” F.A.
Ed ora eccomi qui in partenza per il Kenya!
Sono Mariarosa, ma in realtà nessuno mi chiama così. Sono Betty, Amora, Gingy, Bettiga, Pivot, Bets, Mary, Meri, Rosy, Rosa, Love. Queste sono un po’ “le mie radici”, quello che porto "di me e con me" in terra africana..in una terra nuova con colori, profumi, volti e tradizioni da conoscere e condividere.
A presto
Que nos vaya bien
Milano. 10 febbraio 2012.
Eccoci quasi arrivati al traguardo…chi lo avrebbe mai
detto?!
La BOLIVIA così lontana, così vicina.
Un oceano di mezzo e una nuova storia da vivere e
condividere.
Strano come a volte basti solo un po’ di coraggio per
afferrare i propri sogni.
Sono Federica e andrò a Cochabamba per un anno di servizio civile all'estero con Caritas Ambrosiana.
Tante idee, molto confuse.
In
questo momento entusiasticamente felice e pronta a tutto.
Que nos vaya bien
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Caro blog, mi presento...
Caro blog,
è la prima volta che ci vediamo e mi sembra doverosa una mia presentazione. Sono Marco Povèro e mi raccomando subito di non sbagliare l'accento. Ho 22 anni e sto per partire per la prima e ultima volta per il SCE. Il mio paese di destinazione sarà la Moldova, ridente repubblica dell'est Europa chiusa (ed è proprio il caso di dirlo) tra la Romania e l'Ucraina, contesa culturalmente e politicamente tra la Romania e la Russia e per questi ed altri motivi afflitta da molti problemi. La mia conoscenza della Moldova non si spinge molto più in là di qui,non ne ho mai avuto esperienza diretta se non fosse che sono stato alcune volte in Romania e posso quindi immaginare che ci siano molte somiglianze (ma anche molte differenze).
Detto molto sommariamente dove sto andando vedo di spiegarti da dove arrivo. Vengo da Recco a 20km da Genova, patria della “focaccia con formaggio”, della Pro Recco pallanuoto, del sottoscritto e di una dei piani urbanistici peggio studiati della storia (dopo essere stata distrutta al 90% nella II Guerra Mondiale), in ogni caso fondamentalmente per me è la mia casa e un posto dove amo vivere.
Infine detto dove vado e da dove arrivo cercherò di spiegarti velocemente perché vado (cosa assolutamente non facile). Parto perché spero di poter cambiare qualcosa da qualche parte in qualche modo e trovo che questo sia un bel modo per provare ad iniziare questo percorso, poi parto perché ho voglia di conoscere il mondo direttamente e penso non ci sia modo migliore che immergersi in una cultura diversa dalla propria, poi parto per me, perché ritengo possa essere una bellissima esperienza per una mia crescita personale e che possa darmi tantissimo e poi parto per tanti altri motivi che però adesso non voglio/posso/riesco a spiegare. Citando De André direi “tu prova ad avere un mondo nel cuore ma non riesci ad esprimerlo con le parole”; ecco io vorrei in quest'anno sul blog riuscire ad esprimere almeno un pochino questo mio mondo e tutti i mondi che incontrerò nel mio viaggio per me, per te e per tutti quelli che avranno la voglia di leggerci.
A presto e grazie,
Marco
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Milano, Italia
Blog Libano: Primo Contatto
Cari lettori,
il primo post vuole essere una nota introduttiva sul modo in cui imposterò il mio blog durante l’anno previsto di residenza in Libano.
Piuttosto che concentrare gli inteventi su di me, preferisco dare loro un taglio più oggettivo, improntato sugli avvenimenti e le vicende che accadranno nei prossimi mesi all’interno del paese e, più generale, nella regione. Saltuariamente non mancherò di rendicontare esperienze vissute in prima persona, ma sempre indirizzate a presentare un particolare fenomeno.
Non prometto dei post a scadenza giornaliera, ma farò del meglio per arricchire il blog regolarmente, mantenendo aggiornati i lettori su fatti e avvenimenti del Libano e del Medio Oriente.
Roberto
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A Chiara piace
A Chiara piace:
- lavare i piatti;
- camminare senza meta;
- la filosofia: ‘portami sulle tue spalle oggi; io ti porterò sulle mie domani’ (vd. foto sotto);
- dormire alla luce del sole.
- il gelato;
- sfogliare album di foto;
- prendere il treno;
- leggere lo stesso libro due volte.
A Chiara non piace:
- il caffè;
- il sabato;
- cucinare per sé;
- scrivere di sé in 45 minuti.
Ho 25 anni, sono una Messinese trapiantata prima a Milano e poi un po’ ovunque e da nessuna parte.
Parto per un anno di servizio civile a Kindu, RDC insieme alla bella Magda che ho iniziato a conoscere (sarà divertentissimo osservare la sua incredibile espressività da fumetto).
Pare che il viaggio per raggiungere questa città congolese- che ha lo spirito di un villaggio – sarà lunghissimo. E sono pressoché certa che nella lista del mi piace moltissimo aggiungerò la voce ‘andare a Kindu, prendendo un aereo per Amsterdam, un altro aereo per Kigali, per poi raggiungere Goma sulle quattro ruote, passarci la notte e saltare su un ultimo mini aereo verso la mia futura casa’.
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Non è facile però è tutto qui
SCE 2012...tanta voglia di partire..desideri..e sensazioni difficilmente esprimibili in parole!
Un anno nuovo in un posto lontano e ricco di incognite.
E apriti SCEsamo: questo blog e la possibilità di condividere quello che succede,
così prima di partire per questo lungo viaggio..quello che è chiaro è la colonna sonora!
Un anno nuovo in un posto lontano e ricco di incognite.
E apriti SCEsamo: questo blog e la possibilità di condividere quello che succede,
così prima di partire per questo lungo viaggio..quello che è chiaro è la colonna sonora!
E qui il testo della canzone che ora rispecchia il mio stato d'animo al meglio o quasi!
A presto!
Prima di partire per un lungo viaggio
Devi portare con te la voglia di non tornare più
Prima di non essere sincera
Pensa che ti tradisci solo tu
Prima di partire per un lungo viaggio
Porta con te la voglia di non tornare più
Prima di non essere d'accordo
Prova ad ascoltare un po' di più
Prima di non essere da sola
Prova a pensare se stai bene tu
Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che… dai tu
Non è facile però
È tutto qui
Non è facile però
È tutto qui
Prima di partire per un lungo viaggio
Porta con te la voglia di adattarti
Prima di pretendere l'orgasmo
Prova solo ad amarti
Prima di non essere sincera
Pensa che ti tradisci solo tu
Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che… dai tu
Non è facile però
È tutto qui
Non è facile però
È tutto qui
Non è facile però
È tutto qui
Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che… dai tu
beat
SCErcando cosa dire...
E' venerdì mattina, una bella giornata. Il programma della formazione sembra abbastanza leggero: fare comunicazione... mi sbagliavo, non ho ancora imparato che qui niente è come sembra!
Mi chiedono di presentarmi, di scrivere qualcosa su di me... e comincio ad agitarmi!
Non sono brava ad improvvisare. Ci sono persone che riescono a trovare subito la cosa giusta da dire, che hanno sempre qualcosa da dire, ci sono persone che riempiono un foglio bianco in fretta... io non sono tra queste!
Mi chiedono di presentarmi e comincio a pensare a come essere originale, a come essere divertente, a come essere profonda... intanto passa il tempo, e non ho ancora scritto niente!
Eppure non è una richiesta difficile: “racconta qualcosa di te”, chi più di me sa raccontare qualcosa su di me?
All'improvviso però mi rendo conto che nelle ultime due settimane i miei pensieri sono molto confusi, ho in mente tante cose da chiedere, da raccontare, da immaginare, e anche una semplice domanda può crearmi qualche problema...
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'Non scrivete mai sotto dittatura e sotto dettatura' Oscar Luigi Scalfaro
Ergo, la tentazione di NON scrivere questo post 'spontaneo' è moooolta, ma tant'è... mi tocca...
Cose ancora da fare prima della partenza: vaccinivaligiasalutiachirestaregalidisposizioniallamammasullecosecheacasafacciosoloiotipopulirelamacchinadelcaffèritiropassaportoinQuesturaperchéNONèverochelopuoiritirareinComunesceglierelibridamettereinvaligiafinireformazioneCaritaslasciarelamiacameraincondizioniumane,tantosochediventeràunripostiglioilgiornodopolapartenzaoforseancheprimafinirelelezionidispagnolodi'Spagnoloin30giorni'chiarimentispiegazionisuperchépartoedovevadoecosavadoafarelàecosapensodifarequandotornounacenagiapponeseconleamichediunavitaunaperitivoconleexcollegheunavisitaallanonnachehapiantoquandohodettochepartivoperunannoliberareunpo'ilpcdallecoseinutiliperchéconVistaèlentogiàdisuospiegareaimieinipotichevadolontanoperunpo'enoncisaròperilorocompleanni,massimaoffesaarrecabiledaunaziaassicurarmicheanessunovengainmentedifarecosetiposposarsiinmiaassenza,soprattuttomiofratello,ealtrecinquecentomilamilionidicosecheovviamentenonfaròperchénonfaròintempoo,piùprobabile,midimenticherò.
Cose ancora da fare prima della partenza: vaccinivaligiasalutiachirestaregalidisposizioniallamammasullecosecheacasafacciosoloiotipopulirelamacchinadelcaffèritiropassaportoinQuesturaperchéNONèverochelopuoiritirareinComunesceglierelibridamettereinvaligiafinireformazioneCaritaslasciarelamiacameraincondizioniumane,tantosochediventeràunripostiglioilgiornodopolapartenzaoforseancheprimafinirelelezionidispagnolodi'Spagnoloin30giorni'chiarimentispiegazionisuperchépartoedovevadoecosavadoafarelàecosapensodifarequandotornounacenagiapponeseconleamichediunavitaunaperitivoconleexcollegheunavisitaallanonnachehapiantoquandohodettochepartivoperunannoliberareunpo'ilpcdallecoseinutiliperchéconVistaèlentogiàdisuospiegareaimieinipotichevadolontanoperunpo'enoncisaròperilorocompleanni,massimaoffesaarrecabiledaunaziaassicurarmicheanessunovengainmentedifarecosetiposposarsiinmiaassenza,soprattuttomiofratello,ealtrecinquecentomilamilionidicosecheovviamentenonfaròperchénonfaròintempoo,piùprobabile,midimenticherò.
E poi? E poi si parte... Con miliardi di cose in testa, immagini e impressioni e aspettative e certezze&convinzioni che verranno infrante e cose fissate in questo mese di formazione che mi sono detta 'ecco, questa me la devo ricordare'. E con tutto quello che IO sono ora e che smetterò di essere. Ma questo è un altro post...
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Primo post
Il blog serve per voi, per gli altri, per il paese, c’è tanta gente che lo legge, SCEgliete un titolo, bene, e ora avete 40 minuti per scrivere il vostro primo post!
Me lo dovevo aSCEpettare, se la prima cosa chiesta al colloquio di gruppo per la SCElezione è stata: preSCEntatevi in modo sorprendente. Presentarmi in modo sorprendente davanti a 13 ragazzi sconosciuti? Niente di più difficile per me; se poi si tiene conto che in quei due giorni ero pure SCEnza voce.. Fra chi improvvisava SCEnette familiari divertenti, chi parlava in rima baSCiata e chi invertiva l’ordine delle parole SCEmbravamo proprio SCEmi: meno male che SCErgio era inflessibile: non più di due minuti per ognuno!
E così per ciaSCuna prova: sotto gli occhi vigili e attenti dei nostri SCrutatori avevamo un tempo definito per i nostri vari compiti: ballare a ritmo di musica (il primo simpatico buongiorno), rispondere alle domande più improbabili al primo malcapitato che ti trovavi davanti, raccontare storie, esperienze mutisensoriali e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine i due giorni son finiti e si aSCpetta la chiamata: ti abbiamo SCElta per la Moldavia.
Raccontandomi del mondo
Qualcuno mi ha detto che bisogna cominciare a scrivere in questo blog, che devo innanzitutto presentarmi… non mi è mai piaciuto presentarmi… raccontarmi non è nelle mie corde… parlare di me mi annoia a morte.
Ma amo raccontare….
Amo raccontare i libri che ho letto quando li ho apprezzati al punto da non potere tenerli egoisticamente solo per me, amo raccontare i pasticci che combino, quelli sì, sono l’unica parte di me che non mi fa annoiare a morte, e poi amo raccontare dei cieli che ho visto, dei volti che ho incontrato, dei panorami che ho ammirato, delle musiche che ho ascoltato e delle parole che mi hanno colpito.
E forse sì, facendo questo mi racconto attraverso il mondo, mi racconto attraversandolo.
Sono in ogni strada che ho calpestato, nel volto del bambino e nel sorriso della donna che ho incontrato, mi nascondo subdolamente dietro la vergogna di non sapere donare nulla, neanche una parola di conforto, al mendicante che tende la mano, sorrido con il sole e piango con la pioggia affidando ogni mio pensiero all’aria e al vento. La mia fede è semplice, è nel sole, nella luna, nelle stelle che mi raccontano di una realtà infinitamente più grande e più importante di me. Percepisco l’amore che cura e risana le ferite del cosmo e cerco di esserne parte ma la paura talvolta me lo impedisce. Osservo un ruscello di montagna e lo invidio, vorrei anch’io essere cristallina e serena come le sue acque, vorrei anch’io scorrere inesorabilmente verso l’oceano della vita senza timori, serena nella consapevolezza che per ognuno di noi c’è una strada che conduce esattamente dov’è giusto andare.
Sono in ciò che mi circonda, in me non vi è nulla che mi appartenga veramente neanche la stessa vita che mi anima.
E allora come fare? Come fare a parlare di me?
L’ho già fatto… è vero, avete ragione, quasi non me ne sono accorta e magari vi ho anche annoiati a morte.
La verità è che mi incontro nel mondo, mi rispecchio nei volti di chi mi circonda, la natura parla delle mie radici e l’universo mi ricorda come ridimensionare tutte le cose insegnandomi a non dare troppa importanza a me stessa, anche se non sempre è così semplice.
E che questo viaggio in Giordania sia un’altra occasione per incontrare altri pezzetti di me sparsi nel cosmo… un’occasione che mi permetta di raccontare la realtà che mi circonda con più profondità, con più consapevolezza, e, perché no, di raccontarmi attraverso i volti, i profumi, le sensazioni…
Ma amo raccontare….
Amo raccontare i libri che ho letto quando li ho apprezzati al punto da non potere tenerli egoisticamente solo per me, amo raccontare i pasticci che combino, quelli sì, sono l’unica parte di me che non mi fa annoiare a morte, e poi amo raccontare dei cieli che ho visto, dei volti che ho incontrato, dei panorami che ho ammirato, delle musiche che ho ascoltato e delle parole che mi hanno colpito.
E forse sì, facendo questo mi racconto attraverso il mondo, mi racconto attraversandolo.
Sono in ogni strada che ho calpestato, nel volto del bambino e nel sorriso della donna che ho incontrato, mi nascondo subdolamente dietro la vergogna di non sapere donare nulla, neanche una parola di conforto, al mendicante che tende la mano, sorrido con il sole e piango con la pioggia affidando ogni mio pensiero all’aria e al vento. La mia fede è semplice, è nel sole, nella luna, nelle stelle che mi raccontano di una realtà infinitamente più grande e più importante di me. Percepisco l’amore che cura e risana le ferite del cosmo e cerco di esserne parte ma la paura talvolta me lo impedisce. Osservo un ruscello di montagna e lo invidio, vorrei anch’io essere cristallina e serena come le sue acque, vorrei anch’io scorrere inesorabilmente verso l’oceano della vita senza timori, serena nella consapevolezza che per ognuno di noi c’è una strada che conduce esattamente dov’è giusto andare.
Sono in ciò che mi circonda, in me non vi è nulla che mi appartenga veramente neanche la stessa vita che mi anima.
E allora come fare? Come fare a parlare di me?
L’ho già fatto… è vero, avete ragione, quasi non me ne sono accorta e magari vi ho anche annoiati a morte.
La verità è che mi incontro nel mondo, mi rispecchio nei volti di chi mi circonda, la natura parla delle mie radici e l’universo mi ricorda come ridimensionare tutte le cose insegnandomi a non dare troppa importanza a me stessa, anche se non sempre è così semplice.
E che questo viaggio in Giordania sia un’altra occasione per incontrare altri pezzetti di me sparsi nel cosmo… un’occasione che mi permetta di raccontare la realtà che mi circonda con più profondità, con più consapevolezza, e, perché no, di raccontarmi attraverso i volti, i profumi, le sensazioni…
… attraverso il mondo.
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Bolivia mon amour
Más vale un minuto en la vida, que la vida en un minuto.
Proverbio Boliviano
Proverbio Boliviano
Vale più un minuto nella vita, che la vita in un minuto.
È questo un invito a riempire di vissuto i minuti piuttosto che lasciar scorrere la vita nei minuti?
Nel prossimo post, direttamente da Cochabamba, tenterò di decifrare con i personaggi più estroversi della Plaza 14 Septiembre il contenuto rivoluzionario, carnevalesco e vitale di questo proverbio.
Sarete catapultati anche voi negli strampalati attraversamenti della piazza più frequentata della città, dove si sta spargendo la voce che un curiosone venuto da lontano immobilizza la gente chiedendo loro di uno strano proverbio.
Non mancate, vedrete faville, teatranti e trampolieri del nuovo millennio Boliviano.
E così anche voi gridetere, in un minuto della vita, Bolivia mon amour.
È questo un invito a riempire di vissuto i minuti piuttosto che lasciar scorrere la vita nei minuti?
Nel prossimo post, direttamente da Cochabamba, tenterò di decifrare con i personaggi più estroversi della Plaza 14 Septiembre il contenuto rivoluzionario, carnevalesco e vitale di questo proverbio.
Sarete catapultati anche voi negli strampalati attraversamenti della piazza più frequentata della città, dove si sta spargendo la voce che un curiosone venuto da lontano immobilizza la gente chiedendo loro di uno strano proverbio.
Non mancate, vedrete faville, teatranti e trampolieri del nuovo millennio Boliviano.
E così anche voi gridetere, in un minuto della vita, Bolivia mon amour.
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Davide,
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non fa rima non ha senso :)
non so cosa ne uscirà: oggi la storia è questa qua.
nella piccola lodi ho le radici, i primi anni e i miei amici:
ambiente stimolante, ma poi cresco(quanto non è importante)
e con me la voglia di varcare la nota soglia,
di mettere il naso fuori e di sentire nuovi odori.
quindi per l'università ho vissuto in due città,
e ora la citazione non chiede rima non chiede recensione:
più vedo meno so,
e continuo a chiedermi chi sono
e, oltre a me, chi è l'uomo..
nel mio cercare prediligo
con gli altri un confronto attivo.
forse essendo io un po' matta
sono stata poco un poco astratta,
ma dal congo il desiderio è di raccontarvi più sul serio.
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lunedì 6 febbraio 2012
Non ci sono più le quattro stagioni
(Quindi vado di margherita)
Nella penultima cena sul Mare delle Andamane, il discorso con i nostri commensali thailandesi prende una piega che mi piace fermare.
In autunno Bangkok ha subito un’alluvione che ha ucciso più di 500 persone. Yingluck Shinawatra, sorella minore dell’esiliato tycoon Thaksin, è l’attuale Capo di Governo. Donna d’affari più che di esperienza politica, Yingluck condivide con il fratello un cognome che in thai significa “fa bene di abitudine”: allora forse non era abituata a trovarsi in situazioni del genere, certo è che i 10 mln di thai colpiti da 10 mln di metri cubi d’acqua non dimenticheranno facilmente la sua scesa in campo (peraltro avvenuta a piogge già iniziate), quando non fece propriamente “bene”, minimizzando l’emergenza.
Purtroppo ci riferiscono come la Nasa le prospetti imminenti possibilità di riscatto nella gestione di catastrofi simili, almeno nei prossimi 3 anni, dopo i quali la stessa agenzia prevede un ritorno alla quiete tettonica e pluviale. Qualche sacerdote del nord del Paese starebbe incoraggiando i suoi fedeli ad affrettare i loro sforzi di evangelizzazione poiché, secondo le sue fonti, il sud della Thailandia sarà presto sommerso dalle acque.
In disaccordo con queste parole, il nostro commensale, anch’egli un don thailandese, si affretta a lodare la loro cucina dai sapori così vari e così piccanti a dispetto di quella italiana, monotona e limitante nel suo schema primo-secondo-contorno. Ingollando la nona zuppa allo zenzero della missione, gli chiediamo cosa pensi degli improvvisi cambiamenti meteorologici degli ultimi anni.
“Mio padre prevedeva che tempo avrebbe fatto il giorno successivo. Lo sapeva sempre, e il bello era che non capiva neanche lui come faceva a saperlo. Crescendo mi son detto che, vivendoci in mezzo per anni, lui comprendeva la lingua della natura ma non sapeva insegnarne la grammatica. Fatto sta che non sbagliava mai. Due anni fa ero in visita a trovarlo e gli chiesi se l’indomani avrebbe piovuto. Mi ha guardato, confidandomi che non era più capace di dirlo”.
“La Terra è cambiata”, aggiunge il quarto seduto al nostro desco, con un tono di voce da Dama Galadriel “le stesse formiche sono disorientate; dai loro movimenti si deduce che non sanno se pioverà o se farà bello. E quest’anno sui monti settentrionali è nevicato, ma non era neve, era un fenomeno atmosferico differente, particolare”.
Le parole aleggiano per un po’, portando la mia mente a prospettare il 2012 come un “anno segno”, forse soggettivo forse oggettivo, che sia anno del gallo o del drago, della morte del Re Rama IX o quello in cui i movimenti di persone tra i Paesi della regione dell’ASEAN (Thailandia e Myanmar compresi) saranno liberalizzati.
Quindi la missione va esaurendosi, pregna fino all'ultima tratto in macchina. Poi prendiamo l’aereo, proviamo tutti i videogiochi, fruiamo di buona parte dell’offerta cinematografica accettabile, leggiamo e ci cimentiamo in giochini enigmistici. Giochiamo a calciobalilla, guardiamo dei russi, e dormo sotto una poltrona.
Poi riprendiamo l’aereo, ci spostiamo per qualche ora a 700 km\h, passiamo dai 30°C ai meno10, quelli che ci stanno intorno riprendono a parlare italiano e nevica. Neve vera.
O è merito del re o è merito del gallo, però anche questa volta credo che la nostra missione abbia significato.
[E non è un errore di tempo grammaticale, semmai manca un complemento oggetto. Che arriverà]
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