lunedì 13 agosto 2012

Nonni palestinesi…

(Libano, 16° giorno di cantiere)


Primo giorno di lavoro al campo! La mattina incontriamo alcuni degli anziani che frequentano il Centro per intervistarli e conoscere le loro storie di vita. La prima “sessione” di interviste è con tre uomini, molto disponibili e sorridenti. Parlano solo arabo ma la direttrice del Centro ci fa da interprete. Ci raccontano che sono dovuti scappare dalla Palestina quando erano molto piccoli e che dopo varie peregrinazioni sono giunti in Libano, nello stesso campo dove ci troviamo noi ora e in cui loro sono rimasti tutta la vita. Le loro famiglie sono sparse un po’ in tutto mondo: negli Stati Uniti, in Canada, in Danimarca e da altre parti. I primi abitanti del campo, nonostante siano in territorio libanese da circa sessant’anni, vengono ancora considerati profughi e non hanno la cittadinanza libanese. Anche le generazioni successive, che hanno visto la luce nel campo stesso, sono considerati cittadini palestinesi, Stato che non esiste più e che essi non hanno neanche mai visto. I tre anziani che intervistiamo mostrano un attaccamento molto forte alla loro identità palestinese, nonostante si ricordino ben poco della loro vita pre-migrazione, e con rammarico ammettono di non avere nessuna speranza di poter un giorno tornare in Palestina. Dopo pranzo abbiamo l’opportunità di intervistare due donne veramente molto anziane, fra le primissime ad essersi installate nel campo. Esse ci raccontano come si è evoluto nel tempo il campo stesso: all’inizio le abitazioni erano veramente molto piccole e più famiglie erano costrette ad abitare insieme. In più, i servizi igienici erano esterni. Piano piano le case sono diventate più grandi, confortevoli e uni-famigliari. Secondo le due signore oggi la vita nel campo è più facile e comoda, ma non per questo più felice. L’incontro con questi vecchietti ci fa pensare ai nostri nonni, a quanto sia preziosa la loro presenza per noi, anche per il retaggio di esperienza e saggezza che sono in grado di trasmetterci. Una volta concluse le interviste, lasciamo il campo contenti di aver rotto il ghiaccio con gli abitanti del campo, speranzosi di poter approfondire la conoscenza appena iniziata domani e nei giorni successivi.



Elisa

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